“Parliamoci chiaro. E’ il più grosso scandalo della storia della Repubblica. E forse c’è una manina internazionale. Mentre spiano il presidente del Consiglio la sinistra è rimasta incredibilmente in silenzio”. Non usa mezze misure, Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, in una intervista a La Verità, nella quale parla di una possibile regia internazionali, “manine nazionali e magari anche qualcuna internazionale” e “guarderei in generale – aggiunge Foti – dove tira il vento di sinistra”. Già ieri, Foti, in una nota, aveva fatto notare l’allarmante piega che sta prendendo l’inchiesta di Bari, “dalla quale emerge come dal Presidente del Consiglio a quello del Senato, da numerosi ministri e parlamentari, a personaggi dai più vasti interessi, abbiano subito l’accesso ai propri conti correnti bancari con impressionante periodicità”.
“Una vicenda gravissima che si aggiunge a quella che, nei mesi scorsi, aveva portato all’individuazione di funzionari dello Stato dediti ad attività di dossieraggio”. Oggi, sulla Verità, l’esponente di FdI parla di “un preoccupante succedersi di violazioni di norme che mettono a repentaglio non solo la privacy dei singoli, ma che proprio in relazione ai ruoli istituzionali ricoperti dagli spiati ci fanno ritenere che a rischio siano anche messi i principi fondamentali di democrazia”. “Nessuno può dunque permettersi di restare indifferente davanti a minacce tanto gravi. Sorprende quindi – prosegue il capogruppo – il mutismo selettivo adottato dal Pd e dalle opposizioni su questa vicenda, all’evidenza dimentichi di come in questi ultimi due anni abbiano visto dietro ad ogni angolo il ritorno di una presunta deriva autoritaria. Di qui congressi e manifestazioni a tutela dei diritti individuali, pur essendo chiaro che nessun diritto fosse stato anche solo messo in discussione. Sarebbe ora che una ferma presa di posizione in merito venisse assunta da Elly Schlein e compagni, perché vicende come quelle citate non possono essere trattate con superficialità o, peggio, con indifferenza, facendo finta di non vedere e non sentire per aver l’alibi di non parlare. È invece questo il momento in cui la politica senza distinzioni reagisca con forza e determinazione a difesa dei diritti fondamentali di tutti gli Italiani” aggiunge Foti. Che poi traccia uno scenario.
“Ci sono diverse nuvole nel cielo. In pochi giorni, un hacker penetra nel sito del ministero di Giustizia, un funzionario dello Stato crea dossier prevalentemente contro personaggi di centrodestra, e poi oggi il caso Coviello. Di fronte a tutto questo, noto con amarezza che qualche partito ha smarrito la sua verve. A parti invertite, assisteremmo a cortei sindacali, manifestazioni di piazza, si griderebbe al rischio golpe in Italia. Invece per la sinistra è tutto normale. Protestare per il fatto che il presidente del Consiglio è stato spiato, viene derubricato a ‘vittimismo’. E se fosse successo al segretario Schlein? Sono indignato, perché il fatto è gravissimo. Striano avrebbe eseguito una quarantina di accessi, ma qui le proporzioni sono ben maggiori: parliamo di centinaia di migliaia di dati, una mole di documenti sensibili impressionanti. È il più grosso scandalo della storia della Repubblica, i nostalgici del vecchio scandalo Sifar oggi impallidiscono”.
“La posizione della sinistra è sbalorditiva sulla Consulta. Finché il centrodestra non ha prospettato un candidato, loro hanno sempre votato scheda bianca. Nel momento in cui è iniziata a circolare la voce che potevamo proporre una candidatura, si sono ritirati sull’Aventino. Che non ha mai portato fortuna a chi lo ha attuato. È una violazione dei suggerimenti costituzionali. Lasciare la Corte nell’indeterminatezza significa essere degli analfabeti del diritto. Tra due mesi decadono altri giudici, e la sinistra vuole aspettare ancora, con l’obiettivo approvare un pacchetto di nomine complessivo. Ma è un errore. Lasciare la Corte così sguarnita crea degli squilibri: basterebbe una defezione per paralizzare l’intero organismo. La sinistra intende tenere in ostaggio la Consulta per esercitare un diritto di veto. Che non spetta a nessuno, men che meno a chi ha perso le elezioni”, conclude Foti.
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