Rush finale per cesellare gli stanziamenti della manovra da circa 25 miliardi di euro. Gli ultimi giorni hanno visto emergere alcune divergenze tra i ministri e il titolare di via XX settembre Giancarlo Giorgetti sulle quali la sinistra e la grande stampa ha molto ricamato. Ma nessuna fibrillazione, sulla direzione della manovra c’è compattezza intorno ad alcuni pilastri. Nessun taglio alla sanità, aiuti alle famiglie e riduzione del cuneo fiscale. Sui tagli di spesa necessari per assicurare le coperture del Bilancio e far quadrare i conti alla fine, osservano fonti della maggioranza, il governo troverà la sintesi, come già accaduto. Obiettivo: dare un messaggio di compattezza a livello interno ed esterno, dall’opposizione agli investitori esteri.
Le tabelle con le proiezioni delle principali voci di entrata e di spesa saranno indicate nel Documento programmatico di Bilancio atteso in Consiglio dei ministri domani. La legge di Bilancio verrà invece trasmessa al Parlamento entro lunedì prossimo, per l’avvio dell’esame che quest’anno parte dalla Camera. In mezzo a queste scadenze c’è il verdetto dei rating. Venerdì quelli di S&P Global e di Fitch. Più avanti, il 22 novembre, arriverà il giudizio di Moody’s. Il nodo delle risorse verrà sciolto probabilmente solo all’ultimo: la trattativa sui tagli richiesti dal ministero dell’Economia potrebbe arrivare fino al tavolo del Consiglio dei ministri, Ma alla fine – osservano le fonti – verrà trovato un ragionevole compromesso per non intaccare l’unità della maggioranza. Le priorità della manovra sono state elencate dallo stesso Giorgetti in audizione martedì scorso davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite. Conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro (circa 14 milioni di lavoratori) e dell’accorpamento delle prime due aliquote Irpef; il pacchetto famiglie con gli aiuti ai nuclei numerosi; il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione e i fondi per la sanità.
Dei 25 miliardi necessari per finanziare il programma, più le spese indifferibili, il Mef può contare su circa 16 miliardi: 10 miliardi in arrivo dalla stima migliore delle attese del deficit-pil 2024 al 3,8% dal precedente 4,3% e circa 6 miliardi di accantonamenti fiscali, dalla cancellazione dell’Ace al fondo per il taglio delle tasse. Il resto delle coperture sarà oggetto di scrupoloso scrutinio fino all’ultimo. Altre risorse potrebbero arrivare dalla potatura delle micro spese fiscali e dal contributo di solidarietà eventualmente richiesto alle grandi multinazionali dell’high tech. E alle aziende che hanno visto un’impennata dei profitti con l’attuale congiuntura di alti tassi interesse, conflitti e rischi climatici. Trapela anche l’ipotesi di una ‘stretta’ per il settore dei giochi dalla quale ricavare circa mezzo miliardo.
Sui numeri della manovra e il presunto duello a distanza tra i ministri Giorgetti e Tajani è in campo Marco Osnato, responsabile economico di FdI. “È il momento della responsabilità, certo, ma affermare che la manovra la scrive solo il ministro dell’Economia mi pare francamente eccessivo”. Intervistato da Affaritaliani.it dice di non ritenere particolarmente utile commentare le boutade di Giorgetti e Tajani. “Lancio un messaggio come Fratelli d’Italia di responsabilità: meno dibattito sui giornali e andiamo sul concreto”. Niente tassazione degli extra-profitti delle banche? “È in corso un tavolo, un’interlocuzione con l’Abi e venerdì c’è stato un convegno di Fdi con importanti economisti dei principali gruppi bancari: non c’è e non ci sarà alcun contrasto tra governo e sistema del credito”. Tra le certezze il sostegno alla natalità. “L’auspicio nostro – conclude Osnato – è quello che il via libera alla legge di Bilancio da parte di entrambi i rami del Parlamento arrivi prima di Natale. Ma non per il nostro cenone di Capodanno, ma per la credibilità e la serietà del Paese”.
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