Leggendo i dati economici e macroeconomici di questi due anni di governo Meloni non mancano i motivi di soddisfazione. Ma nessuno indugia sugli allori in un contesto internazionale difficile in cui l’esecutivo è atteso da una legge di Bilancio difficile. La sfida è quella di tenere i conti in ordine e dare ulteriore spinta alla crescita dell’economia e dell’occupazione. Questo percorso parte anche dall’ascolto di chi può dare supporto alle imprese e alle categorie e cioè il mondo finanziario. Questo il filo conduttore di “Far crescere insieme l’Italia” , il covegno promosso dai gruppi di Camera e Senato di FdI a Milano presso l’hotel Principe di Savoia, in piazza della Repubblica. Presenti sia parlamentari che membri del governo la kermesse si è aperta con i saluti istituzionali del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e del governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Presente l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
Un confronto per mettere a confronto attori economici e politici per parlare di crescita. “È un momento molto importante, il governo continua ad avere le idee chiare: non disperdere le risorse ma metterle dove serve. L’azione e i risultati si vedono e sono straordinari”. E’ l’analisi di Lucio Milan, capogruppo Fdi al Senato, espressa nel corso del convegno. “Non pensavano di raggiungere questi risultati – ha sottolineato -. Nel 2022 eravamo nel pieno della crisi dell’energia, la guerra in Ucraina, cui si sono aggiunti altri conflitti. Però i risultati sono straordinari. L’occupazione è ai massimi, la disoccupazione ai minimi degli ultimi 17/18 anni; e l’inflazione, che era all’11,8% quando il governo si è insediato ora è scesa all’1%”. Non dimentichiamo che due anni fa “era la più alta in Europa, ora risulta tra le più basse. E’ il segno che si va verso la direzione giusta con le idee chiare. Il lavoro che portiamo avanti dà questi risultati e ci dà particolare determinazione del proseguire”.
Pragmatico Tommaso Foti, va al sodo. E invita a diffidare di gufi e Cassandre: “Non credete alle fake news – avverte e non da oggi il capogruppo di FdI alla Camera. “In questi giorni – ironizza- hanno scritto la legge di bilancio social, giornali e opposizioni: chiedo di poterla fare scrivere alla maggioranza che sarebbe istituzionalmente corretto”. Entra nel vivo del del dibattito economico il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli. Che tocca uno dei punti nevralgici delle scelte che il governo dovrà o potrà fare:
“L’opposizione è tutta unita a chiedere la tassa sugli extraprofitti: hanno governato e non l’hanno applicata. Ma cos’è l’extraprofitto? – chiede alla platea-. È un profitto non strutturato che non dipende solo dalla capacità manageriale ma soprattutto da contingenze storiche. Lo sono per esempio quelli generati da pandemia, conflitti internazionali, crisi energetica; o da transizioni digitale ed ecologica”. L’idea chiave è dunque quella più volte evidenziata dal governo: bisogna “fare squadra. – scandisce Rampelli- . Piuttosto che imporre nuove tasse, persuadere la finanza a non essere più apolide ma legata il più possibile all’identità della civiltà occidentale; seguendone e scuotendone il destino. La finanza identitaria, se non fosse un ossimoro…”.
Del resto bisogna attrezzarsi: “il raggruppamento di nazioni emergenti BRICS si sta radicando e metterà presto in discussione anche l’egemonia della moneta dominante, il dollaro”. Dunque, bisogna ripensare la finanza, “sottrarsi al declino annunciato della globalizzazione; e ricentrare i profitti di economia e finanza sul lavoro e sull’impresa. Ripensare la finanza significa indurla a investire sulla realtà produttiva più che sul mercato dei titoli”. Un ritorno all’economia reale, dunque.”Sarà forse arcaico pensare di separare le banche commerciali da quelle d’affari”, ragiona Rampelli- . Ma gli Stati nazionali possono introdurre premialita fiscali per le banche che investono sullo sviluppo. Stimolando così la nascita di nuovi capitani d’industria di cui l’Italia e l’Europa sono carenti. De-globalizzare è la parola d’ordine del presente- suggerisce il vicepresidente della Camera- . Meglio essere avanguardia del nuovo mondo che retroguardia di quello che sta tramontando”.
L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, durante il suo intervento ha focalizzato il suo intervento su un tema cruciale che non potrà non riguardarci: “Se vogliamo puntare all’elettrificazione il nucleare è la soluzione. Bisogna investire e farla diventare una catena di montaggio per poter supportare le varie industrie”. Ma ciò che servirà è “l’accettazione a livello sociale del nucleare”. L’energia nucleare “è assolutamente necessaria vista la strada sulle rinnovabili che ha imposto l’Europa, secondo la quale nel 2035 ci sono solo macchine elettriche, cosa che non potrà accadere”. “Supponiamo che il governo riuscirà a far passare la legge – ha poi aggiunto -. Prima di attivare gli investimenti, dobbiamo essere sicuri che anche le regioni e i comuni siano d’accordo. Ci dovrà essere un percorso e individuare delle aree nelle quali studiare incentivi”. Quanto all’Europa “la Francia è sicuramente d’accordo, ma ricordiamoci che molti paesi nord europei sono contro”.
L'articolo Un patto tra politica e imprese per “fare squadra”, la sfida di FdI: “Così l’Italia cresce” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.