Non solo nella “illiberale” e “oligarchica” Ungheria, come l’ha definita Ilaria Salis. Anche nella democraticissima Germania sembra che l’ipotesi che si vada in giro a sprangare gli avversari politici non sia accettata di buon grado: la procura federale di Karlsruhe, concluse le indagini, ha incriminato per tentato omicidio e lesioni gravi Hanna S., militante antifascista di 29 anni, ora accusata formalmente di aver preso parte alle spedizioni punitive della Hammerbande, le stesse per le quali è finita in guai giudiziari anche Salis. La notizia è arrivata proprio nelle ore in cui l’eurodeputata di Avs lanciava le sue accuse contro il presunto “regime” di Viktor Orban nell’aula di Strasburgo.
A rilanciare in Italia il caso dell’incriminazione formale dell’attivista in Germania, che ha avuto una certa eco anche in Ungheria, è stata La Verità, parlando della donna come della “Salis tedesca”. La 29enne, secondo quanto ricostruito, avrebbe preso parte alle stesse scorribande del febbraio 2023 che, secondo le accuse della giustizia ungherese, avrebbero coinvolto anche l’eurodeputata italiana. Per Salis, però, quelle accuse e i conseguenti guai giudiziari, dai quali si è salvata grazie all’elezione, sarebbero il sintomo di “una nuova pericolosa forma di fascismo” che pervade l’Ungheria di Orbàn.
L’europarlamentare italiana ha parlato di “un regime illiberale, oligarchico ed autoritario” e ci si domanda cosa avrebbe da dire sulla Germania dei socialdemocratici di Scholz, se nella sua visione anche loro abbiano optato per una svolta “oppressiva”. Hanna S. si trova in stato detentivo nel suo Paese dal 6 maggio scorso, quando venne arrestata a Norimberga. La Procura federale tedesca si è espressa duramente sull’Hammerbande, come riporta La Verità: “I loro membri condividono un’ideologia militante di estrema sinistra che include il rifiuto dello stato di diritto democratico e il rifiuto del monopolio statale della violenza. Sembra che l’Hammerbande abbia l’obiettivo di agire con violenza contro i membri della destra”. Parole che smontano, qualora ve ne fosse stato ancora bisogno, la narrazione di accuse rivolte alla Salis in virtù di una “deriva” oligarchica dell’Ungheria e che rimandano, invece, alla cornice di quello che la procura federale tedesca indica chiaramente come un quadro criminale mosso dall’ideologia antifascista.
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