Fa discutere, a sinistra, l’iniziativa del VI municipio di Roma – “isola” politica governata dal centrodestra in una città quasi completamente a guida rossa – che ha dato la possibilità alle scuole di esporre nuovi crocifissi nelle classi in vista del Giubileo del 2025. Il presidente del Municipio, Nicola Franco, ha chiarito al Secolo: «I crocifissi nelle scuole non sono e non saranno un’imposizione. Rivendico però la scelta di dare questa opportunità, nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica, a chi lo desidera. Oggi abbiamo approvato all’unanimità, con Pd e M5S che hanno lasciato l’aula.»
Franco ha inoltre precisato che il gesto è in linea con i valori e le tradizioni culturali italiane e fa parte del programma elettorale che i cittadini hanno votato. Ha ricordato anche che, insieme alla sua giunta, sono stati gli unici ad attivare tavoli interreligiosi nel Municipio. «A Natale, nel municipio, all’esposizione del presepe, vengono a fare la preghiera dal vescovo all’Imam. Questo per far capire che non c’è nessun tipo di intenzione di sopraffare le altre religioni», ha sottolineato.
Nonostante le critiche sollevate dalla sinistra, la legge italiana è chiara. Già nel 2021, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’esposizione del crocifisso non è un atto discriminatorio. Come ha dichiarato alle colonne di Repubblica Gabriele Manzo, consigliere di Fratelli d’Italia, l’icona è «simbolo delle tradizioni culturali italiane», ribadendo che «è necessario facilitare la sua esposizione in conformità alle leggi».
L’iniziativa, già passata in commissione cultura, assume un significato importante, specialmente in contesti difficili come quelli di Tor Bella Monaca e Torre Angela, dove il crocifisso può diventare un segno di stabilità in una realtà segnata dal degrado sociale. Esporlo, dunque, non è un atto di esclusione, ma di riaffermazione culturale italiana.
L’Italia affonda le sue radici nel cristianesimo, e negarlo non cambia la realtà. Esporre il crocifisso ci ricorda chi siamo e perché il legame con il passato è fondamentale. In tempi di neutralità forzata, la scuola resta un baluardo dei valori che ci definiscono.
Fratelli d’Italia nel Municipio VI non guarda al passato, ma al futuro, puntando a una comunità unita e rispettosa, essenziale per non smarrirsi in un mondo sempre più disorientato.
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