Un conto sono le questioni istituzionali, altro conto sono le questioni politiche. E sulle prime collaborare non solo è doveroso in teoria, ma è possibile nella pratica, con successo. Nel giorno in cui il centrosinistra nazionale, guidato dal Pd, scatena l’ennesimo muro contro muro politico sul tema – istituzionalissimo – dell’elezione del giudice mancante della Corte Costituzionale, è il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a certificare che il governo di centrodestra c’è, fa la sua parte, lo fa senza steccati e con la capacità di instaurare “una collaborazione eccellente” anche con un sindaco di sinistra. “C’è una perfetta e leale collaborazione, ringrazio la presidente del Consiglio e il sottosegretario Mantovano per la collaborazione sul Giubileo, poi ci sono idee diverse politiche, ad esempio sulla legge di bilancio”, ha detto Gualtieri.
Intervenendo a Sky TG24 Live In Roma, il sindaco della Capitale ha spiegato che “i rapporti istituzionali di collaborazione con il governo sono buoni, sono commissario di governo per il Giubileo”. “C’è una collaborazione eccellente, ricevo il massimo supporto, chiaramente – ha chiarito – abbiamo idee diverse, io sono di sinistra e loro sono di destra, però si collabora quando si devono fare le cose insieme, come il Giubileo e il Pnrr, i soldi per i nostri progetti ce li stanno trasferendo anche perché sono risorse europee”. Gualtieri, poi, ha precisato di vederla diversamente su altre questioni come, per esempio, sul post Pnrr e sulla legge di Bilancio, ma ha ribadito che “quando si occupa una funzione istituzionale non bisogna stare a litigare tutti i giorni, si collabora quando bisogna fare delle cose insieme”.
Dunque, la collaborazione con il governo, anche da posizioni politiche diverse, non solo è possibile, ma può essere “eccellente” come accade a Roma, dove Campidoglio sembra chiamare Aventino. Il discorso infatti si può allargare anche ai rapporti tra maggioranza e opposizione, laddove i passaggi parlamentari richiedono che l’interesse delle istituzioni (e del Paese) sia prevalente rispetto alle logiche politiche. E che, probabilmente, trova la sua chiave nel fatto che ognuno svolga il proprio ruolo con consapevolezza sia rispetto a ciò che è chiamato a fare sia rispetto a ciò che non gli compete. Una consapevolezza che sembra invece mancare al Pd nazionale. “Sono loro che sembrano fare muro su tutto. Sulla Rai abbiamo sempre fatto aperture, loro si sono arroccati. Siamo disponibili anche su questa elezione, ma non possiamo farci dire da loro chi dobbiamo scegliere noi”, ha commentato il deputato e responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, a proposito della totale chiusura dell’opposizione sull’elezione del giudice della Consulta. “La maggioranza – ha quindi chiesto – avrà o no il diritto di essere maggioranza, e di dare la propria indicazione?”.
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