Rimandata al mittente l’operazione anti-Macron firmata da France Insoumise. La procedura di destituzione di monsieur le president presentata dal partito di Jean-Luc Mélenchon è stata respinta dalla Conferenza dei presidenti dell’Assemblea nazionale grazie all’astensione del Rassemblement national, sempre più ago della bilancia della politica francese. Marine Le Pen si è astenuta facendo mancare la maggioranza necessaria per inserire all’ordine del giorno del dibattito in Assemblea la proposta di destituzione.
Dalle parti di France Insoumise non l’hanno presa bene. Mathilde Panot in conferenza stampa ha spiegato che “tutti i gruppi del Nuovo Fronte Popolare si sono espressi a favore” e che tutti gli altri gruppi, “ad eccezione della signora Le Pen, si sono pronunciati contro”. “La Le Pen si è astenuta coraggiosamente”, ha aggiunto ironica, rivolgendosi ai deputati del suo gruppo. “Grazie al gruppo Rassemblement national Emmanuel Macron non dovrà sopportare un dibattito in emiciclo sul comportamento pericoloso e irregolare che tiene non rispettando i risultati delle urne”. “Non rinunciamo. Ripresenteremo una risoluzione fino a quando la destituzione verrà discussa all’Assemblea nazionale”, ha scritto su X il coordinatore del partito di Mélenchon, Manuel Bompard.
Dopo aver superato il partito del presidente alle urne, la sinistra estrema è rimasta vittima della strategia dell’ammucchiata di tutti contro la pericolosa destra di Le Pen e Bardella. Dopo il cordone messo in piedi contro il Rassemblement national gli Insumis si ritrovano quasi irrilevanti all’opposizione del governo Barnier. “Marine Le Pen si è astenuta – denuncia ancora Panot – dunque è la signora Le Pen, in qualche misura, ad aver salvato il presidente Macron dalla procedura di destituzione. Il Rassemblement national non è forza di opposizione al governo di Michel Barnier ed Emmanuel Macron, mai l’assicurazione sulla vita del sistema”.
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