A pochi giorni dalla morte del loro leader storico, Alberto Perino, i No Tav sono tornati in azione. Ma la coincidenza più inquietante è che tra loro ci sono anche i pro Pal, quelli che avevano devastato Roma sabato pomeriggio, e al cenro – a saldare i due fronti eversvi – i militanti dei centri sociali torinese, i famigerati anarchici di Askatasuna. Molti di loro sono stati identificati dalla digos dopo i disordini della scorsa notte durante lo sgombero del presidio No Tav di San Giuliano di Susa (Torino) e si è scoperto che nel gruppo di teppisti c’erano anche alcuni antagonisti che avevano ricevuto il foglio di via da Roma in quanto individuati dagli investigatori nelle prime fila, durante gli incidenti scoppiati sabato scorso nella Capitale al corteo per la Palestina.
Nel corso delle tensioni della scorsa sera gli antagonisti No Tav e pro Pal hanno utilizzato, oltre a bombe carta, sassi e razzi, delle bombolette di gas, che sono state buttate dentro le fiamme delle barricate, dei chiodi a quattro punte per forare i pneumatici dei mezzi delle forze dell’ordine. Per sparare i razzi sono stati utilizzati dei tubi di lancio, mortai artigianali già usati in Val di Susa per gli assalti ai cantieri Tav e delle fionde per lanciare pietre e bulloni. Sono undici le persone, tra appartenenti a un centro sociale torinese e al movimento No Tav, identificate dalla Digos della questura di Torino a seguito delle tensioni scoppiate la scorsa notte in Valsusa con l’obiettivo di impedire le procedure di esproprio dei terreni.
“Sbarramenti dati alle fiamme, bombe carta, sassi e razzi contro la polizia: i No-Tav hanno scritto, nella notte, l’ennesimo capitolo di una lotta ideologica e giurassica, completamente superata dalla storia e meritevole di ferma condanna. Anche solo la stretta attualità dovrebbe certificare l’impellente esigenza di garantire, a imprese, territori e comunità, l’ammodernamento e il potenziamento della nostra rete logistica regionale”, attacca, in una nota, Roberto Ravello, vice-capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte. “C’è un interesse generale da tutelare, che non può in alcun modo essere messo in discussione o calpestato da un manipolo di antagonisti con tanto tempo da perdere. – aggiunge Ravello – Un sincero plauso va alla Forze dell’Ordine per aver sgomberato il presidio: il passatempo violento dei soliti noti non può certo rallentare un’opera irreversibile e di portata internazionale come la Torino-Lione”.
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