Vogliamo essere positivi e guardare al lato buonista della vicenda, ma – al netto di supposizioni e deduzioni – un fatto è certo: quello che potenzialmente avrebbe potuto voler essere un invito alla prevenzione (per quanto esoso), per Sfera Ebbasta ha dato adito a una polemica che imperversa sui social, con un effetto di ritorno che neanche il più sofisticato dei boomerang avrebbe potuto scatenare che si è riverberato su professionisti e sulla stessa struttura coinvolta, chiamata a correre ai ripari con dichiarazioni e specificazioni sulla vicenda. Tra le varie, il San Raffaele ha fatto sapere che il post del cantante «non è pubblicità». Cioè il rapper si è pagato da solo l’esame. E allora partiamo dal fatto. O meglio, dall’ultima discussa incursione social di Sfera Ebbasta che sta scatenando reazioni a più non posso.
Il fatto: Sfera Ebbasta in una storia su Instagram ha raccontato di essersi sottoposto a un esame medico molto approfondito e molto costoso: 2.500 euro il prezzo. Una cifra elevata, che il rapper non cita nella sua storia Instagram in cui consiglia ai follower di sottoporsi allo stesso check up all’ospedale San Raffaele di Milano. Come immaginabile, il post con tanto di foto con medici e operatori sui social, gli ha provocato una valanga di polemiche da parte degli utenti risentiti per quello che, più che un suggerimento, è risuonato allora come uno sberleffo. Perché va bene la provocazione tipica del personaggio, ma quando si parla di salute, bisogna davvero andarci cauti.
A far arrabbiare il web, allora, compresa una parte dei suoi fan e follower, è stato proprio il fatto – tutt’altro che trascurabile – che l’esame era totalmente a pagamento. E, dunque, non proprio alla portata di tutti. Un “particolare” che ha fatto imbufalire chi non può permettersi le cure nel privato, e che, a fronte della disinvoltura del rapper nel consigliare un esame non alla portata di tutti, deve affrontare le liste d’attesa nel pubblico.
«Sono stato all’ospedale San Raffaele di Milano per fare un check-up che voglio consigliarvi. Si chiama Full body scan, è un esame che fa solo questo ospedale in questo momento, è molto innovativo. Dura solo 30 minuti e tutto il corpo viene scansionato con altissima precisione e senza uso di radiazioni. Qualsiasi patologia o lesione in qualsiasi parte del corpo può essere evidenziata, anche se molto piccola. Con questo esame è possibile conoscere eventuali problemi da tenere sotto controllo se ce ne sono», ha scritto il rapper su Instagram, in un annuncio di cui agli utenti è arrivata prima l’ostentazione che la natura benevola dell’esortazione.
E così, l’indicazione a effettuare un esame così costoso nella sanità privata ha fatto discutere prima, e infuriare via via i social, che ha replicato al rapper con critiche e racconti di chi per curarsi, o per curare i propri cari, deve affrontare le lunghe attese del Ssn. Con buona pace dell’efficacia di un’indagine come quella del Full body scan, che – si legge sul sito dell’ospedale – «permette di scansionare tutto il corpo ad alta risoluzione in soli 30-35 minuti», si legge sul sito dell’ospedale. «È un esame avanzato che permette di scansionare tutto il corpo ad alta risoluzione in soli 30-35 minuti, senza l’uso di radiazioni o mezzi di contrasto». Una «scansione completa del corpo – continua la descrizione – che permette di identificare lesioni e patologie di dimensioni estremamente ridotte in una fase molto precoce, in qualsiasi parte anatomica».
E così, mentre tra detrattori e follower i commenti negativi che seguono il post si moltiplicano a profusione, tra chi racconta delle lunghe attese per prenotare un esame tramite il servizio pubblico. Chi ricorda al rapper che non tutti possono permettersi di sborsare quella cifra. E chi, come segnala il Corriere della sera tra gli altri, da medico, «specifica che l’esame ovviamente non è in grado di identificare qualsiasi problema di salute e al momento non è raccomandato da nessuna linea guida per la popolazione generale».
E poi, c’è chi, addentrandosi nel merito dell’esame e della polemica che investe la sanità tutta, come il professor Antonio Esposito, primario di Radiologia della clinica milanese, sottolinea: «Lo scopo primario di questo esame è la ricerca. All’interno di protocolli di studio i pazienti non pagano nulla», spiega il professionista. Aggiungendo in calce: «Quando la macchina è libera, viene usata per esami clinici a pagamento».
Ossia, come spiega ulteriormente il Corriere, «l’esame viene fatto grazie a una macchina di nuova generazione usata soprattutto per ricerca, specificano dal San Raffaele, che ricorda come il post del rapper non sia frutto di un accordo pubblicitario. Quando non è impiegata a scopo scientifico, viene utilizzata anche per la clinica. Solo per gli accertamenti in regime privato, però, poiché queste prestazioni non sono coperte dal Servizio sanitario nazionale. Il costo dell’esame parte dai 2.500 euro».
Infine, arriva anche la dovuta sottolineatura del caso, esplicitata all’Adnkronos Salute da Tonino Aceti, fondatore e presidente di Salutequità. Il quale, intervenendo sull’intera vicenda, pone l’accento su un aspetto della vexata questio non proprio trascurabile: «Il faro al quale dobbiamo sempre attenerci è l’appropriatezza assistenziale, prescrittiva e clinica», rileva Aceti. Che poi prosegue: «E a guidarci sono i professionisti della salute e non il “Fai da te” altrimenti diventa medicina preventiva eccessiva e inutile». Concludendo quindi: «Non entro nel merito del caso, ma dobbiamo essere cauti sui messaggi che si danno in questo senso. Anche la sanità privata non può prescindere dall’appropriatezza clinica».
Come ribadisce dal canto suo anche Alberto Donzelli, già membro Consiglio superiore di sanità, coordinatore Commissione Medico-Scientifica indipendente, che sulla vicenda e le sue diramazioni polemiche e sanitarie, ricorda: «Dove si colloca il check-up con scansione di tutto il corpo che Sfera Ebbasta consiglia ai suoi follower? È uno screening non mirato (non segue a sintomi, sospetti diagnostici del curante, condizioni d’anamnesi che lo consiglino), dunque inappropriato, con probabile bilancio netto sfavorevole. È falsa prevenzione». «La prevenzione dovrebbe essere una cosa seria, non un mercato di (pseudo)malattie», chiosa a sua volta Donzelli. E il caso sembra tutt’altro che chiuso… Altro che esibizioni sul palco in pantofole griffate e scatti in Limousine firmati “comodo”: stavolta c’è di mezzo di salute…
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