Lea Pericoli, la signora del tennis italiano, è morta a 89 anni: la notizia è stata data dalla Federtennis, che era la sua famiglia da sempre. Impeccabile in campo, regina e maestra di eleganza, è stata una delle prime donne a raccontare il tennis su giornali e in tv dopo averlo giocato ai massimi livelli. Classe e stile hanno caratterizzato tutta la sua storia, quella della campionessa da record del tennis italiano, con 27 titoli all’attivo nei campionati nazionali in singolare, doppio e doppio misto.
“Sono stato il primo a saperlo. La sorella mi ha chiamato tre minuti dopo. Per me è morta una sorella, una compagna di vita, lei era una cosa bella”. Così a LaPresse, Nicola Pietrangeli, nel ricordare lea Pericoli, morta all’età di 89 anni. “Uno deve morire per essere un po’ riconosciuto. Di lei ricordo, più che la tennista la sua classe. Era una grande signora, si dovrebbe ricordare come una signora di altri tempi. Cosa vorrei dirle? Arrivederci, aspettami e prenota il tavolo”.
“Lea é una figura che ha segnato la storia dello sport e del suo racconto. Ha portato con sé uno stile inimitabile che ha messo in campo e trasferito nella vita di tutti i giorni. É stata unica nel suo genere”. Lo ha detto il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, ricordando la tennista azzurra. “Sono giornate molto tristi per il mondo della sport e la sua storia. Anche a Lea mi legano ricordi familiari, c’è sempre stato rispetto reciproco. É sempre stato un piacere parlare con lei le volte che ci incontravano, in particolare agli Internazionali d’Italia”.
Nata a Milano il 22 marzo 1935, Lea Pericoli inizia la sua avventura nel tennis, ad Addis Abeba, dove il padre, che era stato uno dei primi coloni, trasferisce la famiglia in seguito alla Guerra d’Etiopia. E’ lui a darle la prima racchetta. E’ iniziato un lungo amore con il tennis continuato in Kenya, dove viene mandata a studiare, e poi in giro per il mondo. A 17 anni, mentre è in vacanza in Versilia dove insegnava il padre di Paolo Bertolucci, capisce che quel suo amore può diventare qualcosa di più. Scopre quasi casualmente di essere una tennista molto forte: inanella una serie di vittorie in alcuni tornei locali, fino a raggiungere il titolo di campionessa italiana juniores.
Lea decide così di non tornare in Africa per continuare a giocare in Italia e, nonostante sia ancora minorenne, riesce a convincere suo padre, uomo all’antica e per questo reticente, ad assecondarla nel suo progetto. Da quel settembre, si ritrova catapultata in un mondo magico, fatto di gente facoltosa e di circoli esclusivi e – anche con la complicità della sua avvenenza e del suo look – inizia ad attirare su di sé le attenzioni dei giornali, che le dedicano titoli e copertine. Come quando nel 1955 a Wimbledon indossa un arditissimo completo di piume di struzzo realizzato apposta per lei dallo stilista inglese Ted Tinling.
Pur non essendo la tennista più forte della sua epoca, Lea Pericoli ha saputo ritagliarsi un ruolo di spicco nel mondo del tennis internazionale. Con lo stesso spirito con cui ha sfidato i pregiudizi, Lea Pericoli ha affrontato e sconfitto due tumori: un carcinoma all’utero nel 1973 e un cancro al seno nel 2012.
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