Non c’è limite allo sfregio, e ora quell’insana abitudine a deturpare ciò che appartiene al patrimonio comune, archeologico o naturalistico che sia, e semplicemente per il puro gusto di esternare e vergare, firmandolo, l’ultimo insulso messaggio, stavolta ha colpito anche ad alta quota. Si sono inerpicati fin sulle Dolomiti i dissennati di turno per lasciare il loro marchio “d’autore”.
Niente cuoricini trafitti da cuori o frecce scoccate da Cupido che infilzano i nomi delle coppiette del momento che si giurano amore eterno scolpendo nella roccia la promessa che vandalizza statue, facciate, monumenti. No, stavolta una scritta a pennarello, «Tourists go home», è apparsa su una delle rocce con impronte fossili di dinosauro delle Tre Cime di Lavaredo, sulle Dolomiti, sopra Auronzo di Cadore.
Una forma di protesta vandalica contro il turismo di massa che invade anche le alte quote, messa in atto nel modo peggiore: danneggiando, forse irreparabilmente, uno dei simboli della storia milionaria di queste montagne, tutelate dall’Unesco. Un doppio sfregio, peraltro, quello perpetrato sulle Dolomiti che danneggia anche gli operatori turistici, considerata l’importanza del settore a livello economico, e che giustamente difendono invece la presenza di vacanzieri sul territorio.
La scoperta l’ha fatta l’atleta paralimpico Moreno Pesce, che è incappato nello sfregio mentre si stava allenando in quota. Poi ha rilanciato sui social lo scempio. «Preferisco non commentare», ha detto amaramente Pesce nel video. Chi ha commentato, e duramente come la situazione richiedeva, è stato il governatore Luca Zaia: una reprimenda, la sua, che lascia il segno, ma sul serio in questo caso.
«Gli sfregi sono solo un incomprensibile insulto. Il primo che dovrebbe rimanere a casa è l’autore di un simile gesto, se confonde la libertà di pensiero con quella di vivere la montagna sfregiando le cime più belle del mondo. Ognuno è libero di esprimere le sue idee, ma ci sono i modi e i canali corretti per farlo. Deturpare un tesoro patrimonio dell’umanità certamente non lo è. Ringrazio gli sportivi che hanno scoperto e segnalato questo graffito che spero possa essere cancellato».
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