L’ex boss casertano, Augusto La Torre, sale in cattedra all’Università di Milano. Domani, presso la Facoltà di Scienze Politiche, si terrà l’incontro con l’ex capo e killer spietato del clan La Torre di Mondragone, ora divenuto collaboratore di giustizia e autore dei libri: “Il Camorrista: da criminale a criminologo” e “Cosa Nostra in terra di lavoro: auto etnografia analitica”. Un camorrista che in carcere ha studiato e conseguito la laurea in psicologia e criminologia dopo essersi autoaccusato di cinquanta omicidi.
L’ospite sarà in collegamento a distanza e tratterà i temi legati alla sua vicenda personale e della funzione riabilitativa del carcere. L’incontro si inserisce all’interno di un percorso avviato dall’Ateneo e che coinvolge esperienze di educazione alla legalità scaturite da una riflessione sviluppatasi nell’ambiente penitenziario. Inoltre, interverranno nel corso dell’appuntamento, promosso dall’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’università di Milano, anche Nando dalla Chiesa e Ombretta Ingrascì, dell’Università degli Studi di Milano, e Francesca Vianello, del Polo universitario Penitenziario.
Nel corso degli anni, La Torre si era occupato di estorsioni, controllo di varie attività economiche e contratti. L’egemonia del suo gruppo era radicata prevalentemente a Mondragone. Uno dei punti di forza dell’organizzazione furono le alleanze con i politici locali. Nell’ottobre 2019, La Torre è stato condannato all’ergastolo. Fu dichiarato colpevole di essere l’istigatore e l’esecutore del massacro di Pescopagano del 24 aprile 1990. Secondo la ricostruzione delle indagini, il massacro è avvenuto perché La Torre voleva “ripulire” l’area di Pescopagano dagli spacciatori africani. Il 15 dicembre 2020 la pena viene ridotta a 20 anni dalla Corte d’appello di Napoli.
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