Con tante importanti questioni politiche in agenda e appuntamenti internazionali in calendario, strano ma vero giornali e tv puntano riflettori sul caso Sangiuliano, trasformato in una vicenda mediatica dai risvolti che forse neppure i diretti interessati si sarebbero mai aspettati. Ma tant’è: la vicenda tiene banco e proprio poche ore fa anche il premier ha voluto vederci chiaro con un colloquio con il ministro al termine del quale il titolare del dicastero della Cultura ha confermato di aver «ribadito la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata al quotidiano La Stampa: mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all’organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata».
Ma non basta ancora, evidentemente, con testate e tg che tornano immancabilmente sul pezzo. Sollecitando commenti e dichiarazioni che nulla possono aggiungere a quanto già asserito fin qui, se non sui contorni social di una vicenda che alimenta più la curiosità morbosa che la ricerca di spunti di rilevanza utili al dibattito in corso. Come rileva nel suo commento il ministro della Giustizia, Carlo Nordio che, intervenendo a Sky Tg24, in merito al caso Sangiuliano-Boccia, si sofferma su un richiamo alla cautela da estendere in chiave bipartisan: «Io non ho nemmeno Facebook o Twitter perché sono fonti tante volte anche di equivoci e di fake news», ha dichiarato il Guardasigilli. «Certamente – ha poi aggiunto e concluso – farei un invito alla cautela quando si occupano posti di grande responsabilità. Ma questo non significa che sia una critica, vedremo come andrà».
«C’è fiducia? Assolutamente sì: è un ottimo ministro con cui lavoriamo benissimo», ha tenuto a precisare sulla vexata quaestio il ministro delle Imprese Adolfo Urso, rispondendo dalla Camera all’ennesima domanda sul titolare del Mic.
Parole a cui fanno eco quelle di Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia, che dal salotto tv di Agorà Estate, su Rai Tre, a sua volta ha specificato: «Non è questione di fidarsi o non fidarsi. Sono dati ufficiali, oggettivi. Non è stato speso un euro di soldi pubblici per l’ipotetica consulenza, che poi non si è verificata, di Maria Rosaria Boccia. Quindi non è una vicenda di interesse pubblico». E ancora: «Non sono stati visionati documenti importanti per la sicurezza nazionali… Quindi di che parliamo? Di gossip», ha chiosato sul punto Donzelli.
Ma colui che, più e più specificatamente di altri, ha puntualizzato sul caso e sulle sue implicazioni e declinazioni, è stato il vice ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli. «Una vicenda basata sul nulla, sia dal punto di vista giuridico sia politico, costruita per delegittimare un ministro che è colpevole solo di aver intaccato dei privilegi finanziari di gruppi legati alla sinistra. Non vale neanche la pena di parlare della questione, che si dimostrerà perfettamente lecita e anche corretta sul piano istituzionale», ha dichiarato sul punto il vice ministro e esponente di FdI.
Che poi ha anche aggiunto: «Entrare nel merito della scelta o del ripensamento di un incarico intuitu personae – spiega Cirielli – mi sembra incredibile. Lo è tanto più perché negli anni la sinistra si è circondata di collaboratori di tutte le risme, ex terroristi, antisemiti, antagonisti e pregiudicati rispetto a una persona, la dottoressa Boccia, che non presentava alcuna controindicazione. Mi sembra solo l’ennesimo tentativo di creare un caso laddove non c’è. Strumentalizzando dinamiche personali per attaccare sul piano politico il governo. E cercando di delegittimare i suoi componenti».
Pertanto, ha concluso Cirielli, «al di là di tutto rimane il grande lavoro svolto da Sangiuliano come ministro della Cultura: sta facendo cose egregie e in alcuni casi storiche, come ha fatto per Pompei e Paestum. Per la prima volta si usano nella cultura i fondi pubblici per rilanciare le nostre strutture dall’alto valore storico ed artistico, i siti archeologi e i musei, anziché foraggiare amici come ha fatto la sinistra, sprecando soldi in feste e sagre, o film visti da pochi intimi», ha chiosato Cirielli in un intervento che ammette poche repliche.
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