Prima visita di Giorgia Meloni in Cina. La premier sarà in “visita ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese da domenica 28 luglio a mercoledì 31”. La tre giorni a Pechino è stata confermata in una nota stampa da Palazzo Chigi. Subito dopo la premier sta valutando l’ipotesi di volare a Parigi per i Giochi Olimpici (che si inaugureranno ufficialmente domani) per far sentire il suo tifo alla squadra azzurra.
Anche il governo cinese ha annunciato l’arrivo della premier italiana “su invito del premier Li Qiang . “Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario del partenariato strategico globale Cina-Italia. Spero che la visita promuova ulteriormente la cooperazione win-win per tutti tra i nostri due Paesi”, rilancia su X Wang Lutong, direttore per gli Affari europei del ministero degli Esteri cinese.
“Win-win” è il termine con cui il partito-Stato cinese definisce le relazioni di mutuo interesse, talvolta unilaterali. Il termine è usato, per esempio, per gli investimenti della Belt & Road Initiative (Bri), la grande infrastruttura geopolitica con cui la Cina intende proiettarsi verso Occidente. Alla quale nel 2019 aveva aderito anche l’Italia, termine un memorandum d’intesa che poi il governo Meloni non ha rinnovato nel dicembre 2023. Quello dei prossimi giorni è il primo contatto formale di alto livello dopo l’uscita italiana dalla Bri. Gestita da Roma con i guanti di velluto per evitare di sensibilizzare eccessivamente Pechino su quello che è un effettivo insuccesso.
“La visita della premier italiana a Pechino avviene in un contesto particolarmente delicato per le relazioni economiche tra l’Unione europea e la Cina. Negli ultimi mesi, la Ue ha adottato misure restrittive significative, imponendo dazi su settori chiave come il settore automobilistico e, più recentemente, il biodiesel”, ricorda Silvia Menegazzi, docente di Relazioni internazionali e Studi asiatici della Luiss. La premier Meloni cercherà di bilanciare la necessità di proteggere gli interessi economici italiani con la volontà di mantenere buoni rapporti con la Cina. L’imminente viaggio è un’opportunità strategico-commerciale importante per l’Italia per consolidare le relazioni bilaterali. Un’operazione da inserire nella partita giocata a livello internazionale da Unione europea e Stati Uniti.
Da parte dell’Italia ”c’è la voglia di far sì che la Cina possa essere un interlocutore portatore di pace” per l’Ucraina e ”stiamo lavorando tutti alla prospettiva di una pace giusta”, ha detto il ministro Antonio Tajani nel corso di un’audizione.
Infine un “dettaglio” non trascurabile. La delegazione di Palazzo Chigi in partenza domenica dovrà lasciare cellulari, smartphone, orologi smart e tablet a casa. Ordine dei servizi: niente apparecchi elettronici di uso quotidiano che possono essere silenziosamente messi sotto controllo. Si tratta di un’indicazione di sicurezza tassativa e irrituale. Lo scorso 5 luglio il ministro del Made in Italy Adolfo Urso e i suoi collaboratori si sono regolarmente portati dietro lo smartphone. Domenica invece i cellulari si lasciano a casa e si usano i cosiddetti “burner phone”, telefoni con una scheda nuova, e numero nuovo, praticamente usa e getta.
L'articolo Meloni per la prima volta in Cina dal 28 al 31 luglio. Ma niente cellulari per ragioni di sicurezza sembra essere il primo su Secolo d'Italia.