Le Università italiane sono pronte per il Piano Mattei che, “rappresenta un’indubbia occasione per la collaborazione didattica e scientifica con i Paesi africani indicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel progetto pilota”, si legge in una nota della Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università italiane.
“Le relazioni accademiche tra l’Italia e l’Africa- si legge nel comunicato- affondano le radici in una lunga storia di scambi testimoniata dai numeri. Ad oggi le università rappresentate dalla Crui sono all’attivo con i Paesi coinvolti nel Piano Mattei in 773 accordi accademici e 267 progetti nelle 7 aree strategiche del Piano (sanità, istruzione e formazione, agricoltura, acqua, energia ed infrastrutture, cultura)”.
“I campi del sapere in cui le università italiane e africane potrebbero approfondire le collaborazioni sono molteplici”, ha detto Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui durante l’audizione presso la Commissione Affari e Difesa del Senato – dall’energia rinnovabile all’intelligenza artificiale, dalle biotecnologie alla medicina, dall’agricoltura alla gestione delle acque, solo a titolo esemplificativo. Le università italiane desiderano condividere con le università africane il know-how nel campo della ricerca, del trasferimento delle conoscenze e della formazione, con l’obiettivo di sviluppare rapporti di collaborazione egualitaria e di crescita comune”.
“Tanto i progetti in corso e quanto quelli da immaginare sono estremamente innovativi – ha continuato la Iannantuoni – e rappresentano efficaci iniziative di diplomazia scientifica e di costruzione di solide relazioni internazionali tra i Paesi. Tuttavia, poiché questi progetti realizzino gli obiettivi che si propongono, sono cruciali il sostegno e l’investimento della politica”
“13.289 studenti provenienti da Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya frequentano un corso di studi in Italia”, prosegue la nota della Conferenza dei rettori. In quest’ottica, la Crui ha proposto l’attivazione di programmi di dottorato congiunti, sfruttando anche le reti universitarie nell’ambito del Pnrr (Centri, Partenariati estesi, Ecosistemi dell’innovazione, Partenariati estesi, infrastrutture dell’innovazione). I dottorati offrono agli studenti la possibilità di trascorrere un anno presso le università italiane; la realizzazione, nell’ambito del life-long learning, di corsi di formazione per adulti sul capacity building, rivolta soprattutto (a non esclusivamente) a funzionari ed executive officer appartenenti alle classi dirigenti.
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