Il grande ex azzurro Fabrizio Ficini parla del derby in un intervista rilasciata nell’edizione di quest’oggi del quotidiano “La Nazione”.
Ficini, che partita si aspetta?
“Il derby è sempre una partita combattuta, l’Empoli ci arriva sulle ali dell’entusiasmo ma anche la Fiorentina è in ripresa dopo la rocambolesca vittoria con la Lazio. Spero di vedere una bella partita”.
Si immaginava una partenza così dell’Empoli?
“In parte sì perché, escluso l’anno scorso, l’Empoli ci ha quasi sempre abituato a buone partenze. Di sicuro però non così bene. Soprattutto chiunque gioca o entra, la squadra non perde organizzazione e intensità e di questo va dato merito a D’Aversa”.
Il derby che l’ha più emozionata?
“Quello che vincemmo 2-1 in rimonta con Spalletti perché quella era una grande Fiorentina e noi eravamo un piccolo Empoli. Tutti ci davano per spacciati, ma grazie alla carica di Luciano facemmo una partita eccezionale”.
Come arrivò invece il suo passaggio alla Viola?
“Quando andai alla Sampdoria ebbi un importante strappo al polpaccio in estate e quando rientrai poi fu esonerato anche Spalletti e non venendo più utilizzato molto al mercato di gennaio chiesi di andare a giocare con più continuità. Si presentò l’occasione della Fiorentina e accettai. A Firenze è stata da un lato un’esperienza positiva perché con Trapattoni giocavo, ma dall’altro negativa perché dopo la grande partenza che aveva fatto sognare lo scudetto ai tifosi, perdemmo Batistuta per infortunio ed Edmundo per il carnevale… è come se oggi togliessimo in un colpo solo Mbappè e Vinicius al Real Madrid”.
C’è un giocatore dell’Empoli in cui si riconosce?
“È difficile dirlo, il calcio è cambiato tanto. Ai nostri tempi pur rimanendo più tecnico di oggi, non dimentichiamoci che a quei tempi i campioni venivano in Italia per diventare grandi giocatori non come oggi quando semmai vengono a svernare a fine carriera, era un calcio più maschio. Centrocampisti come Gattuso o De Rossi oggi non si vedono più. Tante regole sono cambiate e con il Var sono più tutelati trequartisti e attaccanti”.
Ciò che da 30 anni a questa parte non cambia è la capacità di fare calcio ad alto livello dell’Empoli…
“Quello che fa la differenza è avere un presidente locale che capisce di calcio, non come tante proprietà straniere di ora che si contornano di personaggi che alla fine di calcio capiscono il giusto”.
Come ha vissuto la clamorosa salvezza dello scorso anno?
“Ero molto fiducioso da quando si è seduto in panchina Nicola perché il suo curriculum parlava chiaro”.
E di D’Aversa cosa pensa?
“Ci ho giocato contro ed era un bravo centrocampista, ma ora sta dimostrando di essere anche un bravo tecnico. A parte il brutto gesto dello scorso anno, ma con l’adrenalina della partita può succedere”.
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