Allarme sul prezzo del diesel. Si fa largo l'ipotesi di riallineare le accise a quelle della benzina. Le conseguenze? Una stangato da 3,1 miliardi di euro all'anno, un impatto annuo stimato in 162,50 euro per chi effettua due rifornimenti al mese.
La misura, il riallineamento delle accise tra diesel e benzina, è emersa nel Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029 presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in Parlamento, per ridurre i sussidi ambientalmente dannosi, come previsto dal Pnrr. Un intervento che si tradurrebbe in un impatto significativo sui costi dei carburanti e quindi direttamente e indirettamente sulle tasche dei cittadini.
Oggi le imposte sul diesel pesano per il 56,1% del prezzo finale alla pompa, mentre sulla benzina la tassazione incide per il 60%. Attualmente, l'accisa sul diesel è di 0,617 euro al litro, mentre quella sulla benzina si attesta a 0,728 euro/litro. Se il governo decidesse di allineare le due aliquote, l'accisa sul diesel salirebbe a 0,728 euro, comportando un aumento di circa 14 centesimi al litro. Questo si tradurrebbe in un rincaro di oltre 5 euro per ogni pieno da 50 litri, con un impatto annuo stimato in 162,50 euro per chi effettua due rifornimenti al mese. Assoutenti parla di una possibile stangata da 3,1 miliardi di euro.
L’intervento rientrerebbe nella strategia del governo per favorire la transizione ecologica, riducendo i sussidi ai carburanti fossili e redistribuendo le risorse verso bonus green e incentivi per la mobilità sostenibile. Il Piano Strutturale di Bilancio prevede un risparmio di 2 miliardi di euro entro il 2025, grazie alla riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi. E, se il valore dell’accisa sul gasolio fosse equiparato a quello della benzina, lo Stato potrebbe incassare circa 3,4 miliardi di euro l’anno.
Il diesel è ancora ampiamente utilizzato, sia dai privati che dagli autotrasportatori, e nel 2023 il consumo di questo carburante ha toccato i 28 miliardi di litri. Un aumento delle accise potrebbe quindi colpire duramente anche il settore logistico, con una stima di crescita dei costi operativi del 10-15%, costi che verrebbero trasferiti sui consumatori finali. Questo meccanismo potrebbe avere un effetto a catena sull’intera economia, facendo salire ulteriormente i prezzi dei beni di prima necessità.
Da un lato dunque è necessario supportare la mobilità sostenibile e accelerare la transizione energetica, dall’altro lato però un aumento troppo repentino dei costi dei carburanti potrebbe ostacolare la ripresa economica e colpire duramente le famiglie e le imprese.