Le principali sfide che deve affrontare il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) italiano emergono dalla quarta edizione dell’Outlook Salute Italia di Deloitte. Tra queste, la riduzione delle liste di attesa, il miglioramento dell’accesso alle cure e l'adozione dell'innovazione tecnologica per ottimizzare l'organizzazione del SSN. Nel 2023, il 29% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di aver rinunciato a cure mediche negli ultimi 12 mesi, una diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente. La rinuncia alle cure è motivata principalmente da ragioni economiche (69%), un dato in crescita di 8 punti percentuali rispetto al 2022 e di 17 punti rispetto al 2021.
Valutazione del sistema sanitario pubblico e privato
Le valutazioni del sistema sanitario pubblico e privato sono rimaste stabili rispetto all’anno precedente. La sanità pubblica ha ottenuto una valutazione media di 6,3 su 10, appena sopra la sufficienza, mentre il sistema sanitario privato ha registrato un punteggio superiore, pari a 7 su 10.
Uno sguardo sulla sanità post-pandemica
Guido Borsani, Partner di Deloitte Italia e Government & Public Services Industry Leader, sottolinea che l’attuale edizione del report segna un distacco dalle precedenti, tracciando un quadro di "nuova normalità" per la sanità italiana post-pandemia. «L’edizione attuale restituisce l’immagine di un Paese che secondo gli italiani necessita, anche in ottica di sostenibilità, di potenziare alcuni aspetti ritenuti critici e valorizzare la traiettoria di innovazione dell’ecosistema sanitario, attraverso un uso consapevole di strumenti digitali. In questo senso, sono stati introdotti alcuni elementi di novità nell’analisi, coerentemente con l’obiettivo primario dello studio, che è quello di raccontare luci e ombre di un sistema complesso come quello sanitario. Sistema della Salute che, nel tener conto dei mutamenti in atto nel Paese, deve continuare a garantire equità nella produzione e nella distribuzione della salute della popolazione e fornire un’assistenza sanitaria di valore», afferma Borsani.
Rispetto al periodo pre-pandemia (2019), si conferma una significativa diminuzione degli accessi verso i medici di medicina generale (dal 64% al 50%), oltre una contrazione della domanda di indagini strumentali e nelle cure odontoiatriche. Al contrario, le visite specialistiche, gli esami di laboratorio e le attività di prevenzione risultano le prestazioni più fruite. In particolare, sul lato della prevenzione primaria e secondaria aumenta il ricorso a vaccinazioni (+40%), campagne di screening oncologico (+23%) e check-up completi (+24%).
Accesso alle cure e disparità socioeconomiche
Il report evidenzia una significativa disparità nell’accesso alle cure, in particolare tra diverse fasce di reddito. Solo il 68% delle persone con un reddito basso riesce ad accedere alle visite specialistiche, rispetto al 72% di chi ha un reddito superiore ai 2.500 euro mensili. Il divario è ancora più marcato nelle attività di prevenzione: il 60% delle persone con redditi elevati accede a questi servizi, contro il 39% di chi ha redditi bassi. Per quanto riguarda il ricorso a prestazioni di prevenzione, si evidenzia un picco più alto a Nord-Est (58%) e più basso nelle Isole (45%).
Rinuncia alle cure
Il quadro generale mostra come la rinuncia alle cure abbia colpito tutte le fasce di reddito, con effetto maggiore su quelle economicamente più deboli: nel 2021 i motivi di tipo economico pesavano per il 52%, nel 2022 per il 61%, e quest’anno per il 69%. Ma la rinuncia alle cure non avviene solo per motivi economici: a pesare sono anche le lista d’attesa sempre più lunghe secondo il 40% degli intervistati (+5% rispetto all’anno precedente).
Crescita della digitalizzazione e delle tecnologie sanitarie
La trasformazione digitale del sistema sanitario sta progredendo: il 54% degli italiani prenota prestazioni sanitarie online, il 58% riceve referti digitali, il 45% condivide referti in formato digitale, e il 38% usa servizi e piattaforme digitali per informarsi o scegliere professionisti sanitari. Tuttavia, permangono timori riguardo alla perdita di contatto diretto con i medici (46%) e alla complessità nell’uso degli strumenti digitali (29%).
Ruolo dell'Intelligenza Artificiale
L'intelligenza artificiale (AI) sta guadagnando terreno in campo medico. Un’importante novità, di cui è a conoscenza più della metà degli intervistati, in particolare nella fascia dei più giovani (18-24 anni). Il 57% degli intervistati ritiene utile l'impiego dell'AI per diagnosi e cure. Tuttavia, il 18% esprime preoccupazione per potenziali errori e per l'adeguatezza delle competenze dei professionisti sanitari.
Polizze sanitarie
Nonostante il crescente livello di conoscenza delle polizze sanitarie, solo meno di un italiano su cinque ne possiede una, un dato in diminuzione rispetto ai livelli pre-pandemici. La metà di coloro che non hanno una polizza non è interessata ad acquistarne una a causa di questioni economiche.
Il futuro della sanità italiana e le riforme del PNRR
Le informazioni relative alle iniziative della Missione 6 del Pnrr in ambito sanitario sono limitate. In particolare, il 43% non conosce le Case della Comunità, il 38% gli Ospedali di Comunità e il 43% le Centrali Operative Territoriali. Tuttavia, il 42% degli italiani prevede effetti positivi sulla sanità italiana grazie agli investimenti del Pnrr – percentuale inferiore di 4 punti rispetto alla precedente indagine – contro il 16% che non crede ci potranno essere impatti legati a queste riforme.
«Il report mostra un sistema sanitario italiano in profonda trasformazione, in cui, nei fatti, si sta configurando un nuovo equilibrio tra i servizi effettivamente coperti dal Ssn, ruolo del comparto privato in alcuni ambiti come la specialistica ambulatoriale e un annunciato sviluppo del mercato assicurativo che, tuttavia, stenta ad imporsi alla luce dell’elevata spesa out of pocket che ancora caratterizza il nostro Paese. Questo processo di riconfigurazione “dal basso”, sta avvenendo contestualmente ad un complesso processo istituzionale di riforma strutturale e digitalizzazione del Ssn attraverso l’attuazione del Pnrr che dovrebbe restituire al Ssn produttività, slancio e centralità nel rapporto con il cittadino-paziente», commenta Davide Lipodio, Health & Human Services Sector Leader di Deloitte Italia. «Il futuro della sanità italiana sarà quindi determinato: dalla combinazione delle spinte che provengono “dal basso”, generate da fenomeni reali quali la crescita delle liste di attesa e che richiedono soluzioni immediate, e “dall’alto” con riferimento alla qualità e alla velocità con cui saranno implementare le riforme del Pnrr relative agli aspetti organizzativi legati alla riforma della sanità territoriale e alle grandi infrastrutture di sanità digitale a livello nazionale e regionale».