Finora l’Irlanda non ha mai sviluppato moderne capacità di pattugliamento e difesa dei suoi confini marittimi e dei domini sottomarini. Così, all’indomani della notizia che la Russia aveva nuovamente inviato sommergibili nelle sue acque, unità Nato di nazioni europee hanno dovuto intervenire per garantire la sicurezza. Nel frattempo, nella sua “Revisione della politica di Difesa”, un documento pubblicato alla fine di giugno e reso disponibile la scorsa settimana, Dublino ha previsto di raddoppiare gli sforzi per effettuare operazioni di monitoraggio sottomarino come richiesto dall’Unione europea. L'iniziativa era stata lanciata a maggio 2023 e fa parte del quadro di cooperazione strutturata permanente (Pesco), che vede la collaborazione tra sette Stati membri dell’Ue per migliorare le proprie risorse e capacità di sorveglianza. Sebbene l'aggiunta dell'Irlanda al progetto rappresenti un passo importante nell'espansione del suo know-how sottomarino, l’idea è stata accolta con critiche da parte di alcuni parlamentari appartenenti all’opposizione dell’attuale primo ministro Simon Harris, i quali considerano questa mossa come un allontanamento dalla politica di lunga data del Paese per la neutralità militare. In concreto si tratta di rendere la Difesa irlandese in grado di compiere missioni che fino a oggi questa nazione europea aveva trascurato anche se strategiche, in quanto l’Irlanda rappresenta il confine nord-occidentale del Continente e dell’Europa unita. Come era accaduto già due anni fa, subito dopo l’invasione dell’Ucraina, ed anche all’inizio del luglio scorso, la Russia aveva inviato sottomarini d'attacco di classe Kilo vicino al Mar d'Irlanda, schierandoli ripetutamente vicino ai confini marittimi dei suoi “nemici occidentali”. Gli Usa erano a conoscenza del fatto e lo segnalarono al governo di Dublino e tra gli alleati della Nato. L’attività russa al largo delle coste irlandesi è particolarmente allarmante dati gli incidenti passati: nell’agosto 2021 la nave Yantar dell'intelligence russa fu stata avvistata vicino alle coste irlandesi dove passa il cavo sottomarino AeConnect-1 e al percorso pianificato del cavo di comunicazione sottomarino Celtic Norse.
Oltre a costituire una minaccia, il possibile obiettivo dell’avvicinamento russo sarebbe proprio l’elevato numero di cavi e condotte sottomarine che attraversano l’Atlantico, fattore che rende facile per gli aggressori coprire le proprie tracce con finte operazioni di manutenzione come giustificare la presenza di navi. Attraverso quei cavidotti viaggia circa il 97% delle comunicazioni globali e del traffico Internet tra Europa e Stati Uniti, tre quarti passano nell'emisfero settentrionale attraversando le acque irlandesi, e la rimanente parte al largo della costa sud-occidentale. Con oltre 550 cavi che si estendono per 1,4 milioni di chilometri, la sicurezza di queste infrastrutture è fondamentale per l'Irlanda e per tutta l’economia occidentale. Nel documento governativo si legge: “La sicurezza dell'Irlanda sta attraversando un periodo di profondo cambiamento; la nostra posizione geografica e la politica di neutralità militare non minimizzano più le minacce.” Con questa premessa è quindi stato deciso l’acquisto di radar per la sorveglianza navale e di impianti moderni con capacità sonar per controllare gli eventi sottomarini nelle acque intorno all'isola, accelerando il processo di operatività delle navi da pattugliamento costiero acquisite dalla Nuova Zelanda nel 2022. Il piano è quindi di combinare queste capacità in un sistema di monitoraggio integrato per i domini aereo e terrestre, nonché con l'acquisizione di un sistema di difesa aerea basato a terra.
Nel frattempo, i funzionari irlandesi sono impegnati nello sviluppo di una nuova strategia nazionale per la sicurezza marittima guidata dal Dipartimento della Difesa e questa probabilmente darà corpo alle ambizioni di Dublino. Intanto, l’Irlanda ha consentito l’uso delle sue basi per le operazioni di pattugliamento marittimo da parte di velivoli militari di Francia, Norvegia e Regno Unito, che stanno conducendo un'ampia sorveglianza sulle acque al largo delle città di Sligo e Donegal, sulla costa occidentale. Secondo quanto riportato dal Sunday Times, gli aerei coinvolti nell'operazione includono un velivolo francese Bréguet 1150 Atlantic, che ha volato al largo della costa di Clare e una coppia di Boeing P-8 Poseidon appartenenti a Gran Bretagna e Norvegia che ha monitorato le aree al largo di Sligo e Donegal. E in entrambi i casi si tratta di aeroplani equipaggiati per il tracciamento dei sottomarini. Intanto, personale militare irlandese è stato inviato presso le strutture di Sesimbra (Portogallo), per essere addestrato secondo gli standard della Nato.