Neanche il tempo di intravederli che sono diventati l'oggetto del desiderio. E non solo dei nerd, perché gli anelli smart piacciono a tanti per i benefici che assicurano. Estetica, dimensioni, materiali, autonomia, funzionalità soprattutto, sono i motivi per cui il piccolo dispositivo circolare da indossare al dito si sta ritagliando uno spazio sempre maggiore nel mercato della tecnologia di consumo. Precisazione importante: gli smart ring permettono di effettuare diverse attività, nulla di ancora clamorosamente inedito (e una killer app potrebbe accelerare di molto la diffusione) perché si tratta di funzioni già possibili con smartphone e smartwatch.
Il vantaggio dell'anello sta nel combinare comodità e ingombro minimo, che fanno rima con discrezione, leggerezza, oltre che precisione. Già perché un passo avanti significativo nell'ottica del rilevamento dei parametri fisici è che il dito garantisce maggior efficacia del polso per la raccolta dati, in quanto è più adeguato per la misurazione di frequenza cardiaca e pressione sanguigna. Senza dimenticare che i dispositivi attuali sono in grado di rilevare varie altre funzioni utili per avere un'istantanea del proprio stato di salute: dal livello di ossigeno nel sangue al glucosio, più informazioni e maggiore precisione determinano una crescita in termini di affidabilità e, quindi, consapevolezza di come sta il proprio corpo. Tenendo sempre a mente che eventuali anomalie vanno poi girate a medici e specialisti, perché i dispositivi tech non sono concepiti per sostituire i professionisti della salute.
Helio RingAmazfit
Dal lato tecnico, un anello smart è un device da infilare al dito, privo di display e ricco di sensori. Pesa una manciata di grammi, ha colorazioni per ora poco appariscenti e anche per questo è assai meno evidente di orologi e smartband, di cui rappresenta un'evoluzione intelligente. Certo, bisogna prendere confidenza perché non è come indossare una fede, meno spessa e senza sensori, però in breve tempo si ha la sensazione di trovarsi al dito un qualcosa che c'è sempre stato. Raccogliere dati lato salute e benessere è la funzione principale dei ‘ring’ (termine inglese che indica l'anello e che ritroviamo su quasi tutte le denominazioni di questi nuovi dispositivi); contapassi, distanza percorsa, temperatura corporea, velocità, ma anche ciclo mestruale e monitoraggio dell'ovulazione per il benessere femminile.
Come intuibile osservando uno degli anelli smart, gli elementi che segnano la differenza col passato sono il peso piuma e la possibilità di tenere a lungo sul dito il dispositivo, che necessita in media di una ricarica a settimana. Questo è un punto importante, perché indossare l'anello di notte consente di monitorare la qualità del sonno e, aspetto primario, raccogliere dati in quantità e qualità maggiore rispetto a quanto possibile con lo smartwatch. Ovviamente non avendo uno schermo, per visualizzare le informazioni si passa dalla smartphone. Che però non serve per completare altre attività per cui si rivela utile il ring.
Fai la spesa, arrivi in cassa e paghi con l'anello, senza dover tirar fuori lo smartphone o avvicinare l'orologio smart. Sei sul divano di casa e vuoi accendere le luci o attivare qualche altro servizio domestico? C’è l'anello ad accorciare i tempi. Vuoi fare una foto di gruppo e per non rischiare di perdere l'attimo giusto, si può scattare con l'anello, così da non dover chiedere l'aiuto di nessuno. Un altro uso già diffuso tra chi ha scelto il ring è sbloccare la portiera dell'auto, o più in generale una serratura, grazie all'anello. Tutto bello e perfetto, quindi? No, perché i limiti ci sono e il primo è la disponibilità degli stessi dispositivi. In Italia al momento è arrivato soltanto Helio Ring di Amazfit, mentre c'è attesa per capire quando Samsung commercializzerà il suo Ring, che in Europa per ora è acquistabile solo in Francia e Germania.
Impossibile non citare chi ha aperto la strada gli anelli, cioè Oura, con il suo ring lanciato già nel 2015 e poi migliorato fino all'attuale terza generazione che si può prendere online (da 329 euro, più 5,99 euro per l'abbonamento mensile che offre consigli personalizzati e maggiori funzionalità per tenersi in forma). A montare l'hype per Oura Ring 3 ci sono anche testimonial d'eccezione come Cristiano Ronaldo, sceso in campo con l'anello per monitorare il corpo durante la gara. Altra opzione, senza canone mensile, è Ultrahuman Ring Air (379 euro), dotato del Movement Index che suggerisce esercizi e allenamenti per mantenersi attivo durante la giornata.
Oura Ring 3
Un punto da non sottovalutare è la scelta della taglia, che non sempre offre un ventaglio di proposte in grado di soddisfare le dimensioni delle dita degli acquirenti. C'è chi si limita a due opzioni, chi invece amplia il catalogo a otto, chi in caso di scelta errata costringe a una serie di complicazioni per togliere l'anello troppo piccolo. Di sicuro c'è l’inizio di una tendenza, con un nuovo segmento di mercato che, a fronte dell'interesse suscitato, moltiplicherà l’offerta con un catalogo che sul medio-lungo periodo potrebbe rivelarsi uno dei wearable più gettonati in assoluto, superando altri dispositivi da polso.