Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Ponte Galeria a Roma, è ormai divenuto una vera e propria bomba a orologeria pronta ad esplodere. L’ultimo grave incidente è scoppiato il 25 luglio scorso, quando alcuni immigrati di origine africana ospiti del centro hanno appiccato il fuoco a una decina di materassi ostacolando l’arrivo dei mezzi di emergenza, accorsi rapidamente sul posto. Le forze dell'ordine, intervenute in assetto antisommossa, sono riuscite per fortuna con fatica a riportare la situazione alla normalità. Ma durante l’ispezione successiva alla rivolta sono stati trovati vari oggetti distrutti, una chiave mancante di uno dei settori del centro e le casseforti delle armi rivolte al suolo, segno di una violenza senza controllo.
Il CPR di Ponte Galeria, che accoglie principalmente immigrati irregolari entrati illegalmente, persone con ordini di espulsione e precedenti penali e stranieri espulsi dopo aver scontato la pena, nell’ultimo anno è stato teatro di numerose rivolte, aggressioni contro le forze dell'ordine e persino il tentativo di stupro di una carabiniera da parte di un immigrato.
LA CRONOLOGIA DELLE RIVOLTE AL CPR DI PONTE GALERIA
30 Settembre 2023 - Un giovane nigeriano di 25 anni ha tentato di violentare una carabiniera e ha aggredito altri due militari. L'uomo è stato arrestato e accusato di violenza sessuale, resistenza e lesioni. È stato processato subito dopo.
8 Ottobre 2023 - Una rissa tra ospiti egiziani e marocchini ha provocato un'altra rivolta, con un agente ferito e ricoverato in ospedale con una prognosi di 30 giorni.
5 Febbraio 2024 - Una violenta protesta è scoppiata dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Ousmane Sylla, un 22enne della Guinea, impiccato con un lenzuolo a una grata. Le indagini hanno portato all'arresto di quattordici ospiti per istigazione al suicidio, e tre militari, mentre due carabinieri e un militare dell'esercito, sono rimasti feriti.
5 Marzo 2024 - Nel pomeriggio, mentre all'esterno del CPR era in corso un presidio di solidarietà ai migranti, alcuni ospiti della struttura hanno dato fuoco ai materassi. La situazione è degenerata con l'esplosione di una bomba carta che ha incendiato le sterpaglie vicine. La polizia è intervenuta rapidamente, riportando l'ordine poco dopo.
5 Luglio 2024 - Un ospite ha cercato di impiccarsi, ma è stato soccorso in tempo dal responsabile di turno. In segno di protesta, altri ospiti hanno appiccato fuoco ai materassi e divelto porte. È stato necessario l'intervento del reparto mobile delle forze dell'ordine per sedare i disordini
LE IMPLICAZIONI PER SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO
Le frequenti rivolte e i continui episodi di violenza evidenziano un sistema al collasso, con gravi implicazioni per la sicurezza e l'ordine pubblico. Le forze dell'ordine sono costantemente sotto pressione, costrette a intervenire in situazioni di estrema pericolosità che mettono a rischio la loro incolumità. sottraendo risorse e personale alla gestione delle normali operazioni di sicurezza pubblica. Inoltre, l'utilizzo di materiali improvvisati come armi e il sabotaggio delle strutture interne mostrano un preoccupante livello di organizzazione tra i migranti del centro.
«Gli eventi recenti, tra cui un tentativo di violenza sessuale, risse tra ospiti, proteste violente e tentativi di suicidio, evidenziano una situazione ormai fuori controllo e insostenibile»-commenta Antonio Nicolosi segretario generale di Unarma associazione sindacale Carabinieri
Com’è la situazione all’interno del centro?
« I nostri colleghi sono quotidianamente esposti a gravi rischi per la loro incolumità. Nel Cpr ci sono 94 immigrati, di cui 91 uomini e 4 donne. Di questi la maggior parte è in terapia con metadone e psicofarmaci. Gli interventi in assetto antisommossa sono diventati la norma piuttosto che l'eccezione, con un impiego massiccio di risorse e personale che sottrae forze alla gestione della sicurezza pubblica su altri fronti. La situazione al CPR di Ponte Galeria rappresenta non solo un pericolo per chi vi lavora, ma anche per gli stessi ospiti esposti ad incendi e violenze».
Cosa occorre?
«Prima che ci scappi il morto è essenziale accelerare le procedure di identificazione e rimpatrio, rafforzare il numero degli operatori e le misure di sicurezza per prevenire ulteriori episodi di violenza».