Le forze armate israeliane, continuano a distruggere la rete sotterranea di Hamas e della Jihad islamica per interrompere ogni rifornimento e base logistica ai due gruppi terroristici di Gaza. Da Rafah a Gaza City, le missioni per smantellare i tunnel proseguono senza sosta anche perché il compito è immane. Il capo delle forze armate, Herzi Halevi, ha sottolineato durante un sopralluogo avvenuto vicino a Rafah che «è un’operazione che richiede tempo». L'esercito ha reso noto che in qiuest’area circa 1.000 terroristi sono stati eliminati, inclusi comandanti e capi dei battaglioni di Hamas. Secondo il quotidiano Israel Hayom, i soldati hanno scoperto decine di tunnel che da Gaza arrivano oltreconfine in territorio egiziano, alcuni costruiti su tre livelli sotterranei, una scoperta che ha sorpreso le forze militari e di sicurezza israeliane. Questa incredibile e sofisticata infrastruttura è stata realizzata nel corso degli anni, eludendo sia la sorveglianza israeliana che il controllo egiziano. Il Washington Post riferisce che lungo il Corridoio Philadelphia, Tsahal ha scoperto e distrutto 14 tunnel, con altri 20 che sono ancora operativi. Chi ha aiutato a costruire questi tunnel? Non c’è dubbio che alla loro costruzione hanno collaborato ingegneri dell’esercito della Repubblica Popolare cinese circostanza che ci dice che c’è ancora molto da scoprire sul 7 ottobre e non solo.
Il futuro di quest'area è motivo di tensione tra Gerusalemme e il Cairo, dove si sta negoziando una possibile tregua in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi considera il controllo del valico di Rafah e dell’area circostante come un'ingerenza israeliana, mentre per le autorità militari e il governo di Benjamin Netanyahu si tratta di un passo necessario per bloccare il contrabbando tra Egitto e Gaza. Nonostante il raffreddamento dei rapporti, la collaborazione in materia di sicurezza tra Egitto e Israele continua, con l’Egitto che mantiene il ruolo di mediatore nelle trattative. Il presidente egiziano al-Sisi ha incontrato il capo della CIA William Burns per discutere i termini di un possibile cessate il fuoco, e una delegazione della sicurezza egiziana si recherà in Qatar per avvicinare le posizioni di Hamas e Israele.
Nel frattempo, lo sforzo dell’esercito israeliano non è concentrato solo su Rafah. Anche a Gaza City, le operazioni militari mirano a smantellare l’infrastruttura sotterranea dei terroristi. Nel quartiere orientale di Shejaiya, sono stati demoliti sei tunnel, uno dei quali, lungo 2,5 chilometri e descritto come centrale per le operazioni della Jihad islamica, era utilizzato dal gruppo per il comando e il controllo dell’area. Al suo interno sono stati trovati computer portatili, armi e materiale di intelligence. Stamattina l’Idf ha lanciato un nuovo appello agli abitanti di Gaza: Un appello a tutti coloro che vivono a Gaza City: « I corridoi sicuri consentono di spostarsi rapidamente e senza ispezione dalla città di Gaza ai rifugi di Deir al-Balah e al-Zawaida.Ti informiamo che Tariq Bin Ziyad Street e Omar Al-Mukhtar Street sono considerati corridoi sicuri da attraversare e spostarsi a ovest verso Al-Rashid (Al-Bahr) Street e da lì verso sud. Per quanto riguarda Al-Wahda Street e Khalil Al-Wazir Street, sono considerati corridoi sicuri per spostarsi a est verso il quartiere di Al-Zaytoun e la rotatoria della città, e da lì verso Salah Al-Din Street a sud. Gaza City rimarrà una pericolosa zona di combattimento!».
Per fare il punto sulla situazione dei tunnel e sgombrare il campo dai titoli ad effetto e dalle tante supercialità che circolano in materia chiediamo a Lion Udler esperto di sicurezza già operativo tra i ranghi dell’Idf. «Il dato di fatto principale è che l'organizzazione terroristica di Hamas e le altre organizzazioni terroristiche palestinesi hanno lavorato sulla costruzione dei tunnel terroristici da circa 20 anni, in tutta la Striscia di Gaza, principalmente ai confini con Israele e sull'asse Filadelfi al confine con l'Egitto, nessuno sa con precisione quanti sono e dove si trovano con esattezza.Dall'inizio della guerra furono distrutti i tunnel conosciuti all'IDF, principalmente quelli adiacenti al confine che costituivano una minaccia imminente allo Stato d'Israele, man mano che l'esercito entrava più in profondità furono distrutti anche i tunnel terroristici non vicinissimi al confine. La quantità di tunnel sull'asse Filadelfi è particolarmente grande, non tutti appartengono alle organizzazioni terroristiche, ci sono anche tunnel privati, costruiti da residenti a Rafah, si tratta di un business vero e proprio, da questi tunnel si contrabbandava qualunque cosa, dalle sigarette alle auto e qualunque bene che si poteva vendere».
Quali sono le difficoltà di questa operazione?
«I pozzi d'ingresso di tali tunnel si trovano nelle case private, in modo da nascondere la loro esistenza, anche dall'organizzazione terroristica di Hamas, per trovarli bisogna appunto entrare in ogni casa a Rafah. Sull'asse Filadelfi sono già stati scoperti dozzine di tunnel, alcuni sono stati distrutti, altri riempiti con cemento, per non rischiare di far esplodere il territorio egiziano».
Che tempi si prevedono per la distruzione totale di quella che viene definita la “Metro” della Striscia di Gaza?
«L'IDF stima che ci vorranno ancora diversi mesi prima che i tunnel di contrabbando verso l'Egitto siano completamente individuati e distrutti, almeno 6 mesi secondo alcuni ufficiali.
Nel resto della Striscia di Gaza la situazione è complessa, l'IDF non ha ancora manovrato in alcune zone, ad esempio a Deir Al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, non è stata effettuata una manovra di larga scala, e pertanto si parte dal presupposto che lì ci sono ancora dei tunnel intatti e funzionanti, che però non mettono a rischio lo Stato d'Israele, perché è vicino al mare e non al confine.A Sajaiya invece, dove si svolge in questi giorni un'operazione terrestre di larga scala, negli ultimi giorni sono stati trovati e distrutti 6 tunnel terroristici.La mia stima è che per tutto il 2024 e per buona parte del 2025, si dovrà continuare a cercare e distruggere i tunnel nella Striscia di Gaza, nonostante i buoni risultati finora, c'è ancora molto da fare».