Anni sfortunati, poi, improvvisamente, lo sblocco e l’inizio di un 2024 che verrà ricordato nella storia del tennis italiano in assoluto. Jasmine Paolini a Melbourne ha sostanzialmente sempre sofferto tantissimo fino al 2023, poi, l’anno scorso, ha cominciato a far fruttare i semi che erano stati lasciati sul terreno negli anni precedenti a suon di vittorie importanti e continui segnali che qualcosa poteva succedere.
E qualcosa è successo eccome nell’annata conclusa poche settimane fa: due finali Slam, l’oro olimpico in doppio, un rendimento Slam da top player, un 1000 vinto, il numero 4 del mondo che per il momento non è ancora una vista sul numero 3, ma che potrebbe diventarlo con un po’ di fortuna (e con il Sunshine Double, se i punti di Melbourne e Dubai dovesseroessere difesi degnamente). Ora per Jasmine c’è il nuovo approdo da numero 4 del seeding, roba quasi da vertigini, ma che al contempo potrebbe evitare la gran parte delle scocciature che possono arrivare nei primi turni quando si è dall’altra parte della barricata (quella delle unseeded).
Si diceva del percorso sofferto di Paolini a Melbourne negli anni passati: tra qualificazioni e tabellone principale, infatti, non aveva vinto mai neppure un match dal 2017 al 2023. Va anche detto che spesso i sorteggi non aiutavano: Rebecca Sramkova (la slovacca un mese dopo avrebbe creato problemi a volontà all’Italia nell’allora Fed Cup, prima del ritorno in auge dopo gli US Open 2024), una Barbora Krejcikova in rampa di lancio (con la ceca l’anno scorso è stata finale a Wimbledon), la russa Veronika Kudermetova anche lei poi diventata top ten. E queste erano solo le qualificazioni dal 2017 al 2019.
Dal 2020 in avanti, i nomi: Anna Blinkova, Russia (ci ritorneremo), Karolina Pliskova (la ceca era al tempo numero 6 del mondo), la rumena Elena-Gabriela Ruse e la russa di pedigree tennistico italiano Lidumila Samsonova. In sostanza, giocatrici sofferte oppure d’alto rango. Fino al 2024, anno in cui, da numero 26, ha estromesso la già emergente russa Diana Shnaider, l’esperta tedesca Tatjana Maria e poi si è “vendicata” su Blinkova, che nel frattempo aveva eliminato la kazaka (moscovita) Elena Rybakina con un tie-break del terzo set finito 22-20 e rimasto nella storia. Poi la sconfitta contro Anna Kalinskaya, anche qui in quota Russia, che poi avrebbe ritrovato e battuto in quel di Dubai nella prima finale 1000 in carriera.
Adesso è tutto diverso: non è che Paolini può passare un turno, o due, o tre. Può semplicemente andare lontano, e l’obiettivo è chiaramente sia di confermare i rapporti di forza creatisi in questo 2024 che di perlomeno mantenere la posizione acquisita e confermarsi tra le migliori 16 a Melbourne Park. La buona forma è stata dimostrata in United Cup, dove pur con la sconfitta contro Muchova sono arrivate vittorie contro Bencic e Paquet che dicono molto di una forma già a buon punto. Il massimo, però, è evidente che lo raggiungerà nello Slam di inizio anno. Dove spera di confermarsi nella sua nuova realtà.