Tutti i pezzi al proprio posto per comporre quella storia di ‘comeback’ che piace tanto al pubblico. Kei Nishikori è il protagonista assoluto del torneo di Hong Kong, raggiungendo una finale che mancava da un’era tennistica. Quasi cinque anni, questo il tempo passato dall’ultima volta in cui si è giocato un torneo: era il 6 gennaio 2019 quando vinse in tre set con Daniil Medvedev.
Questa volta per l’ex numero 4 al mondo non c’è stata bisogno di una impresa come fatto con Karen Khachanov e Cameron Norrie. A venirgli incontro è stata l’indisposizione di Shang Juncheng, sceso in campo stoicamente nonostante una brutta influenza che lo ha colpito durante la notte. Il giovane tennista cinese ha provato a rimanere in campo, ma dopo sette giochi ha alzato bandiera bianca lasciando strada al suo più esperto avversario.
Ora tra Nishikori ed il tredicesimo torneo della propria carriera, che potrebbe diventare anche il più significativo, c’è Alexandre Muller. Quattro vittorie e quattro rimonte per il transalpino, che ha avuto ragione di rincorsa anche dello spagnolo Jaume Munar, forse ancora provato dalla battaglia di ieri con Lorenzo Musetti.
Per il transalpino c’è la chance per inserirsi nella lisa dei vincitori di un torneo ATP. Quella di domani sarà per il ventisettenne nato a Poissy la seconda finale in carriera, dopo quella di Casablanca pera nell’aprile 2023 contro Roberto Carballes Baena. Sarà una finale dalle tante sfaccettature, con un successo che potrebbe significare moltissimo nella carriera di entrambi.
A. Muller b. J. Munar 4-6 7-6 6-4
K. Nishikori b. J. Shang 4-3 RIT.