Non è stata un’ultima settimana delle più distese per il mondo degli scacchi. Prima il caso dei jeans che ha portato all’esclusione di Magnus Carlsen dai Mondiali rapid, poi l’intervista del norvegese a Take Take Take con cui è andato giù pesantissimo sulla FIDE, quindi la riconciliazione per la disputa dei Mondiali blitz (in jeans, naturalmente) e, infine, il titolo mondiale di specialità diviso a metà con Ian Nepomniachtchi. Tra i molti aspetti meritevoli di attenzione degli ultimi due giorni dell’anno a New York, questo è stato quello più polarizzante.
I fatti sono noti: nella finale dei Mondiali blitz tra Carlsen e Nepomniachtchi, il norvegese era andato sul 2-0 per poi essere raggiunto dal russo sul 2-2. A quel punto si sono giocate tre partite di spareggio che come risultato hanno dato la patta. Dopo la terza partita il norvegese ha chiesto se fosse possibile condividere il titolo mondiale con Nepo, fatto che nessuno aveva contemplato fino a quel momento e che non era passato per la mente di nessuno neppure nella contemporanea finale femminile. Lì, per la verità, la questione era finita prima, alla seconda di spareggio, con Ju Wenjun vittoriosa su Lei Tingjie.
Pochi minuti dopo, sono stati posizionati i due Re al centro della scacchiera. Un segnale inequivocabile: la richiesta di Carlsen era stata accolta, dopo alcuni minuti di conversazione che inevitabilmente riportavano al Presidente della FIDE, Arkady Dvorkovich, da cui doveva evidentemente passare ogni questione che non fosse contemplata esplicitamente dal regolamento.
Regolamento che, in due specifici articoli, si occupa effettivamente di simili questioni. Articolo 4.3.2.4.3: “Se la partita descritta nell’Articolo 4.3.2.4.2 è patta, la procedura citata in detto articolo dev’essere ripetuta fino alla vittoria di uno dei due giocatori”. Qui ci si riferisce, chiaramente, agli spareggi successivi al minimatch da 4 sfide, con partite ad andare avanti fino ad avere un vincitore. “Sudden death”, in pratica. Articolo 1.4: “In ogni momento, ogni circostanza o situazione non prevista in questo Regolamento dev’essere riferita al Presidente della FIDE per la decisione finale”.
Il mondo degli scacchi si è infiammato al massimo grado nella fattispecie. Hikaru Nakamura, il popolare Grande Maestro americano numero 3 del mondo, dal suo canale YouTube ha affermato che la soluzione cui si è giunti non è in alcun modo giusta. Hans Niemann, i cui pessimi rapporti con Carlsen sono ben noti, ha tuonato di tutto via X/Twitter. Prima: “Il mondo degli scacchi è ufficialmente uno scherzo. Questo non è mai successo nella storia. Non posso credere che il corpo governativo degli scacchi sia controllato da un singolo giocatore per la seconda volta in una settimana. Ci può essere un solo Campione del Mondo!”. E poi: “Immaginate una finale degli US Open, con Alcaraz e Sinner che decidono di dividersi la vittoria e gli organizzatori che inseriscono una nuova regola per la prima volta nella storia per loro per minacce finanziarie?”. Il tutto corredato da altri tweet di natura e tenore simili.
Tra partecipanti al torneo, esterni e quant’altro si è detto di tutto. Alireza Firouzja, con ironia: “Abbiamo avuto un vero vincitore con il format a eliminazione diretta”. Elizabeth Paehtz, Germania: “Quindi Carlsen decide format, dress code e regole dei titoli?”. Pavel Eljanov, Ucraina: “Storia di cosa? Di completo nonsense?”. Benjamin Bok, Paesi Bassi: “Perché non si può far giocare a Magnus e Ian una Armageddon?”. L’Armageddon è quella situazione in cui chi ha il Bianco ha meno tempo del Nero, ma vince anche se patta e il Nero vince solo se vince.
Altre due voci particolari. Daniel Naroditsky, USA: “Se avessi saputo che le regole erano così flessibili, avrei fatto del mio meglio perché tutti e 10 i giocatori primi a pari merito fossero inclusi nel tabellone. Se possiamo avere due campioni, perché non 10?”. Si riferisce al fatto che, dopo la prima giornata, erano primi in 10 e solo in 8, per spareggio tecnico, sono avanzati. Lui e Dubov fuori. Infine, Garry Kasparov l’ha presa con sarcasmo: “Credevo che il primo criterio di spareggio per la FIDE fossero i pantaloni”. In direzione per certi versi contraria Fabiano Caruana, che più che prendersela coi giocatori se l’è presa con la FIDE per la regola della Sudden Death. Il riassunto: “E se avessero dovuto fermarsi dopo otto partite, o mettiamo anche venti, che sarebbe un tantino eccessivo?”.
Più avanti nel tempo è anche comparso un video, pubblicato da ChessBase India, che mostra come Carlsen e Nepomniachtchi, nell’attesa, stessero parlando. E tanti hanno notato come discutessero apertamente di una cosa: se non fosse stata accettata la loro proposta, avrebbero continuato a pattare all’infinito con brevissime partite. In molti hanno preso quella dichiarazione chiedendo a gran voce l’intervento della FIDE per ripercussioni sui giocatori, ma un esame più attento del video sembrerebbe offrire una chiave di lettura più scherzosa della questione.
Infine, le reazioni esterne, peraltro mediamente sfavorevoli al doppio titolo. Molti non hanno ricordato esempi simili, ma uno negli scacchi c’è stato. Olimpiadi Online 2020, finale Russia-India. Si doveva fare tutto online per questioni di Covid, ma ci furono grossi problemi di connessione a disturbare l’ultimo atto. Per questo fu deciso di assegnare la vittoria a entrambi i team.
Non solo: diverse persone hanno fatto notare come “Can we have two golds?”, negli sport, c’è già stato. Alle Olimpiadi. A Toyko. Protagonisti: Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim, salto in alto. X/Twitter ha visto un intensificarsi del ricordo di quel momento in cui i due saltatori andarono sempre a saltare ogni volta la stessa misura al medesimo tentativo, fino a fermarsi a 2.37. A quel punto, interpellati dall’ufficiale di gara, i due, che sono grandi amici nella vita, hanno deciso di condividere il momento d’oro, il coronamento di una carriera.