Jordan Thompson ha iniziato bene il proprio percorso a Brisbane. L’australiano ha sconfitto nel primo turno Matteo Berrettini, in rimonta, sullo score di 3-6 6-3 6-4. Una grande dimostrazione di carattere del padrone di casa, venuto fuori alla distanza anche perché ben supportato da una condizione atletica migliore dell’italiano. Thompson, però, ha fatto parlare di sé in avvicinamento a questo match anche per quanto ha detto dopo la notizia della positività in un test antidoping del suo compagno di doppio Max Purcell, con cui nel 2024 si è aggiudicato gli US Open.
Ricordiamo che l’australiano aveva ammesso una settimana fa di aver violato le regole, utilizzando un “metodo proibito” ed è stato sospeso provvisoriamente dalla International Tennis Integrity Agency a partire dal 12 dicembre. “Per Purcell è vietato giocare, allenare o presenziare a qualsiasi evento di tennis“, è stato comunicato dall’ITIA. Il doppista posteriormente aveva chiarito quanto accaduto: “Ho ricevuto inconsapevolmente un’infusione endovenosa di vitamine superiore al limite consentito di 100 ml e ho accettato volontariamente una sospensione provvisoria“.
Thompson, quindi, ha definito la vicenda “una barzelletta” ai media australiani. “Non credo che sia molto contento e nemmeno io, a dire il vero. Ha ecceduto in termini di quantità per una sacca da endovena: essere sospesi per questo, quando ci sono altre persone che hanno fatto molto peggio e a volte ricevono solo un buffetto, è un po’ una presa in giro“, ha aggiunto.
Un riferimento abbastanza chiaro ai casi positivi di Jannik Sinner e di Iga Swiatek: “Ma non sta a me decidere cosa succede. Quando si guarda ai ragazzi che risultano positivi ai test e poi c’è Max che prende troppa roba in una sacca per le flebo, c’è da rimanere a bocca aperta“, ha concluso il tennista aussie.