Matteo Berrettini è in Australia per preparare il suo avvio di stagione. Nel Brisbane International, a partire dal 30 dicembre, riprenderà il cammino del romano che ha concluso il 2024 in maniera trionfale con il successo in Coppa Davis. Una competizione che l’ha visto grande protagonista, insieme al n.1 del mondo, Jannik Sinner.
“L’anno scorso mi era mancato giocare in Australia. Sono molto carico. Sono contento di essere qui e di stare bene. Due anni fa a Brisbane abbiamo fatto un gran percorso in United Cup, quest’anno spero di andare avanti nel torneo“, ha dichiarato Matteo in un’intervista concessa all’ATP.
“Spero che sia una stagione piena di tornei e di match. Il Brisbane International è probabilmente uno dei 250 con il miglior tabellone nel circuito, a inizio stagione tutti vogliono giocar bene dopo la preparazione. Ogni match può essere difficile, ma mi sono allenato tanto e darò il mio meglio“, ha aggiunto l’azzurro, in riferimento ai rivali di alto livello che potrebbe incontrare, come ad esempio Novak Djokovic (testa di serie n.1).
Tuttavia, a destare anche curiosità e interesse è una nuova collaborazione nel suo team. Si fa riferimento a Umberto Ferrara, attentissimo nel seguire il tennista nostrano nei suoi allenamenti. Un’accoppiata che, da un certo punto di vista, può far discutere. Perché? Ferrara è reduce da un anno decisamente particolare, visto il licenziamento dal suo precedente incarico con Sinner.
La storia è nota, ovvero la positività al Clostebol dell’altoatesino e le responsabilità di Ferrara nell’acquisto del “Trofodermin”, prodotto che il preparatore atletico ha portato con sé negli Stati Uniti dall’Italia e contenente un principio attivo dopante.
Senza ripercorrere le dinamiche del caso legato al pusterese, può destare una qualche perplessità il fatto che un professionista di quel calibro, appurate le proprie responsabilità nella vicenda, sia nuovamente in grado di svolgere le sue mansioni con un altro giocatore di alto livello, mentre Sinner si ritrovi ancora sotto scacco e a rischio di una potenziale squalifica di uno/due anni per gli errori del suo staff. Non si vuol di certo vestire i panni del giudice o suggerire un cambio di regolamento, però si potrebbero fare delle riflessioni in merito.