Siamo nell’imminenza della 73ma edizione della Tournée dei 4 trampolini, la popolarissima manifestazione di salto con gli sci, che – nonostante i quasi tre quarti di secolo di vita – scoppia di salute. Anzi, è come certi vini e certi formaggi, la stagionatura è un valore aggiunto.
In termini di valori, è difficile indicare un vero a proprio favorito. Se guardassimo ai risultati della prima parte di inverno, quello dovrebbe indiscutibilmente essere Pius Paschke, pettorale giallo e vincitore di 4 delle prime 8 gare. C’è però una certa perplessità attorno al suo nome, legata alla sua risaputa tendenza a calare di competitività proprio in concomitanza della Tournèe.
Tra fine novembre e le gare antecedenti a Natale ha dimostrato di essere il più forte e il più stabile tecnicamente, ma tutto dipende da quanto durerà lo “stato di grazia” di un “brutto anatroccolo” diventato “cigno” in tarda età. Le gare di Engelberg hanno rappresentato un campanello d’allarme, perché quel calo sembra essersi puntualmente palesato.
Soprattutto, il pregresso non è una discriminante. È, viceversa, il progresso a fare la differenza. Solo nell’ultimo lustro, si sono visti nomi illustri quali quelli di Dawid Kubacki, Kamil Stoch e Halvor Egner Granerud, alzare la propria asticella in maniera esponenziale proprio in concomitanza del prestigiosissimo evento, arrivando a dominarlo pur senza aver conquistato alcun successo nelle gare di Coppa del Mondo antecedenti.
Quindi, occhio a chiunque! La Germania potrebbe avere in Andreas Wellinger una valida alternativa a Paschke. L’Austria (che non vince da un decennio) e la Norvegia sono pronte a sparare con tutti i grossi calibri di cui sono dotate (Stefan Kraft, Jan Hörl e Daniel Tschofenig per i mitteleuropei; Kristoffer Eriksen Sundal, Halvor Egner Granerud e Marius Lindvik in relazione agli scandinavi).
Considerando poi quanto rapidamente possano cambiare i valori, guai a sottovalutare quel fuoriclasse assoluto di Ryoyu Kobayashi o un talento sopraffino quale Anze Lanisek, uomini in grado di “predicare il salto con gli sci” nella sua essenza più pura.
Il breve periodo della Tournée può poi generare sorprese inaspettate. Per cambiare una carriera, sono sufficienti 10 giorni di grazia. Lo stesso stato al quale si è elevato Paschke da un mese abbondante. Nel qual caso, occhio al sogno rossocrociato rappresentato dal solido Gregor Deschwanden, la cui eventuale affermazione sarebbe un’altra favola.