La prima volta di un Tour de Ski tutto italiano per svolgimento si caratterizza anche per un contingente italiano particolarmente ampio. Sono in 13 quelli che vedremo sulle nevi che vanno da Dobbiaco alla Val di Fiemme e poi al Cermis. O almeno questo sarà il numero di partenti: come ogni anno, rimane da capire chi arriverà a chiudere la competizione. Questi i nomi comunicati dalla FISI: Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani, Elia Barp, Davide Graz, Simone Mocellini, Simone Daprà, Paolo Ventura, Michael Hellweger, Giovanni Ticcò, Martino Carollo, Lorenzo Romano, Giacomo Gabrielli, Martin Coradazzi.
Il nome di punta, neanche a parlarne, è quello di Pellegrino, che se per parte della carriera ha direttamente evitato di arrivare fino al Cermis, anche perché c’era un calendario che lui (e non solo lui) detestava, negli ultimi tempi alla salita finale ci è invece arrivato. E nel 2023 l’ha fatto con un quarto posto alle spalle del trio Klaebo-Krueger-Holund, con il fenomeno norvegese che vinse sei tappe su sette. Oggi è molto difficile possa ripetersi, ma almeno nelle sprint potremmo sempre vederne la miglior versione, quella che può lottare per le posizioni di vertice. Almeno per quel che Klaebo concede, ed è ad oggi pochissimo.
Ci sono varie storie che, poi, s’introducono nella scia del tempo. Da De Fabiani, i cui anni migliori sembrano oramai lontani, fino a Barp, che proprio al Tour de Ski fece il suo esordio in Coppa del Mondo due anni fa. E poi c’è il ritorno tra i big di Mocellini, che ci riprova dopo i due infortuni pesanti in un anno che gli hanno tarpato le ali proprio quando sembrava destinato ad aggiungersi alle lotte con e tra i big.
Per il resto c’è il tentativo di portare figure che potranno far esperienza di qui in avanti, e c’è anche la prima volta in stagione di Romano al piano superiore. Un gruppo che, in buona sostanza, se è vero che molto probabilmente il podio non potrà per forza di cose vederlo a livello assoluto, può cercare di dare buoni segnali. Anche perché quelli visti in stagione sono stati, di solito, più col segno meno che col segno più.