Il possibile terzo incomodo. La vittoria di ieri del brasiliano Joao Fonseca (n.145 del mondo) contro lo statunitense Leaner Tien (n.122 ATP) nella finale delle Next Gen ATP Finals 2024 a Gedda (Arabia Saudita) ha suscitato non poca attenzione. Fonseca, infatti, è il secondo giocatore più giovane di questa competizione a conquistare il titolo, ovvero 18 anni e 3 mesi. Solo Jannik Sinner è stato capace, per poco, di fare meglio nel 2019 quando a Milano si impose nell’atto conclusivo contro l’australiano Alex de Minaur a 18 anni e 2 mesi.
Nei fatti, il giovanissimo sudamericano è il terzo tennista 18enne ad andare a segno in questo torneo che vede al via i migliori rappresentanti della nouvelle vague e non è casuale che sia in compagnia per l’appunto di Sinner e di Carlos Alcaraz, che nel 2021 trionfò a 18 anni e 6 mesi. In quest’annata si è sottolineato come e quanto l’altoatesino e l’iberico abbiano monopolizzato gli Slam, con due vittorie ciascuno, dando la netta sensazione di essere a un livello superiore alla concorrenza.
Un dato perfettamente rappresentato da Jannik nel suo essere indiscutibilmente n.1 della classifica mondiale, mentre per Carlitos quel n.3 fa un po’ a cazzotti se si pensa al prestigio delle due affermazioni in serie al Roland Garros e a Wimbledon e al fatto che a 21 anni abbia già vinto due volte i Championships, a Parigi e gli US Open. Pertanto, siamo in presenza di due potenziali campioni generazionali.
La domanda ricorrente è la seguente: chi potrà inserirsi? Non dovendo assolutamente sottovalutare un tennista come Alexander Zverev (n.2 ATP), che però avendo 27 anni si può pensare abbia meno margini rispetto ai due più giovani citati, oppure il danese Holger Rune (classe 2003, n.13 e in passato n.4 del mondo), il brasiliano Fonseca potrebbe avere quelle caratteristiche.
Può sembrare una suggestione, ma se si valuta il tennis di quest’ultimo non è così opera di fantasia. Un ragazzino che ha iniziato il 2024 da n.730 e ha fatto vedere sprazzi di grandissimo tennis. Dopo aver vinto nel 2023 gli US Open junior, ironia della sorte battendo proprio Tien, a febbraio 2024 ha usufruito di una wild card a Rio de Janeiro (Brasile), diventando il primo giocatore nato nel 2006 a vincere una partita nel massimo circuito. Un percorso magico fino ai quarti di finale, che gli ha permesso di salire di 300 posizioni in classifica e diventare il più giovane tra i primi 350 tennisti della graduatoria e anche il secondo più giovane a partecipare a un quarto di un torneo 500 (il primo era stato Zverev ad Amburgo nel 2014).
Successivamente ci sono stati la finale nel Challenger di Asuncion (sconfitta), i quarti di finale nell’ATP250 di Bucarest e la vittoria in estate del Challenger di Lexington, replicando quanto fatto proprio da Sinner nel 2019. Un risultato che lo ha portato in top-200. Da sottolineare, anche la sua presenza nel Masters1000 di Madrid, grazie a un’altra wild card, dove ha ottenuto la sua prima vittoria contro lo statunitense Alex Michelsen.
A seguire vi è stata la qualificazione sfiorata agli US Open, perdendo nell’atto finale contro lo statunitense Spizzirri 6-7 (8) 7-6 (5) 4-6, e la splendida figura fatta in Coppa Davis, perdendo sì contro Matteo Berretti, ma battendo prima l’olandese Botic van de Zandschulp e poi il belga Collignon. Tutto, quindi, fa pensare che siamo al cospetto di un giocatore di altissimo livello, con qualità tecniche rilevanti: un dritto potentissimo, un rovescio molto solido e una completezza di gioco del tutto inusuale per un ragazzo così giovane. Vedremo se nel 2025 il buon Joao sarà davvero quel terzo incomodo tra Sinner e Alcaraz di cui già si parla.