Simone Pessina, classe 1985 è un atleta della Nazionale Italiana di Ultramaratona.
Dopo anni di chilometri percorsi tra allenamenti e gare, arriva finalmentela maglia azzurra. Maglia azzurra che lo vede partecipare al Mondiale di Ultramaratona a Bangalore, in India.
A pochi giorni dalla partenza per il mondiale, Simone condivide la sua esperienza che riportiamo qui, come testimonianza per i più giovani che iniziano a misurarsi con obiettivi importanti, ambiziosi, nello sport come nella vita.
L’ambizione è una leva potente, sì, ma non è tutto. Come non basta allenarsi fisicamente per vincere una gara. Arriva il momento in cui la minaccia della battuta d’arresto chiede di scavare più a fondo, dove si nascondono quelle ombre mai riconosciute e né integrate. Dove prendono forma quei limiti personali, mentali ed emotivi, che spesso ci impediscono di progredire.
Il percorso di Simone con il Mental Coaching Sportivo inizia nei primi mesi del 2024 proprio in vista del Campionato Mondiale di Bangalore.
Il bisogno, in un momento così importante della carriera atletica, è mettere a fuoco e gestire in modo più consapevole quelli che percepisce come suoi limiti emotivi ostacolanti, attraverso strategie e tecniche collaudate e condivise da professionisti del Mental Coaching Sportivo.
Arriva il momento in cui è necessario fare ordine, fare i conti con i propri limiti per ritrovare il centro e vincere la maratona più importante della vita: migliorarsi in un percorso di esplorazione e conoscenza di sé.
E in questo percorso, per un atleta che deve misurarsi con lo sforzo degli allenamenti e con la pressione delle gare, può essere utile e benefico farsi sostenere da figure abilitanti, come un mental coach sportivo, un “allenatore della mente” che aiuta a trasformare l’ansia, a contenere la paura di non farcela, le emozioni negative che diventano pensieri e parole autosabotanti.
E questa è anche la storia di Simone Pessina che, negli anni, il suo centro lo conquista, lo perde per poi riscoprirlo. È la sua “emotività selvatica”, come lui stesso la definisce, a spingerlo sempre in avanti, a sfidarsi, ma allo stesso tempo a metterlo di fronte a quelle emozioni limitanti che possono ostacolare la performance atletica.
La storia di Simone inizia da adolescente con le prime performance nell’atletica giovanile e i primi approcci con le distanze brevi. Dai primi risultati di successo agli obiettivi delle distanze e dei tempi più lunghi, il passo è breve.
“Ho corso la mia prima mezza nel 2006 e la prima maratona a Torino, nel 2013. In entrambi casi, gli esordi piuttosto positivi mi hanno fatto capire che aveva un senso il mio obiettivo di spingermi oltre con la distanza chilometrica.”
È così che nel 2016, Simone corre la sua prima ultramaratona di 50 km, a Seregno, vincendo il titolo italiano e aprendosi a nuove prospettive: oltre la distanza della maratona.
L’occasione dei 100 chilometri diventa il suo traguardo successivo. La disciplina riconosciuta dal World Athletics è un’opportunità importante come vetrina internazionale che offre la possibilità di competere con atleti di tutto il mondo. L’obiettivo di Simone è arrivare a indossare la “maglia azzurra”, entrare nella Nazionale.
“Ho iniziato ad approcciare la distanza con difficoltà durante il periodo del Covid” – spiega Simone, ricordando gli anni in cui la sua carriera atletica sta evolvendo tra alti e bassi.
Siamo negli anni tra il 2019 e il 2022. Anni complicati per tutti. Le difficoltà di Simone sono sia fisiche sia emotive, ma è proprio questo il momento che segna lo “sprint finale” che lo porterà, poi, a raggiungere il suo obiettivo più ambizioso: l’accredito per ottenere la maglia azzurra e partecipare al Campionato del Mondo di Bangalore, in India.
E questo stesso obiettivo rappresenta “il motore, il vettore”, come lo definisce lui stesso, per progredire e migliorare come persona e atleta.
In questa fase della sua vita, agli inizi del 2024, Simone decide di intraprendere il suo percorso di Mental Coaching Sportivo con Sportfulness.
L’iniziativa di prendere parte a un percorso con dei mental coach sportivi nasce dal bisogno di gestire meglio alcuni momenti di gara, in cui le forze vengono meno ed è fondamentale poter contare su equilibri mentali stabili, sapere cosa fare, non farsi prendere dal panico della stanchezza, gestire bene gli ultimi momenti, quelli che determinano il risultato.
“Il beneficio che ho ricavato dall’esperienza con il Mental Coaching di Sportufulness, è stato ottenere un metodo che mi consentisse di affrontare quelli che sono tuttora i miei limiti, la difficoltà nel mantenere la calma quando alcune cose durante la gara non vanno come vorrei, ma anche nel gestire in modo più sereno e tranquillo la marcia di avvicinamento alla gara.”
E conclude così: “Il mio percorso è estremamente soddisfacente perché mi sono stati dati strumenti che prima non avevo, e che mi permettono di muovermi meglio rispetto a quando ho iniziato. Questa esperienza mi ha arricchito molto, ed è uno dei marginal gain che mi porto in valigia a Bangalore, per fare meglio di quello che ho fatto in precedenza.”