Vincere non è firmare una cambiale. Spesso si dimentica questa semplice constatazione, valutando le prestazione sportive degli atleti di alto livello. Superficialmente, si pensa che l’aver ottenuto con precocità successi sia una garanzia immutabile. Specie negli sport di prestazione pura, il rapporto non ha sempre questa linearità.
È il caso di Benedetta Pilato. La pugliese non è uscita soddisfatta dalla piscina della Duna Arena di Budapest (Ungheria), sede dei Mondiali 2024 di nuoto in vasca corta. Il quarto posto di ieri della finale dei 50 rana ha fatto pensare inevitabilmente al medesimo piazzamento della finale olimpica dei 100 rana (a un centesimo dal podio), con annessa polemica con Elisa Di Francisca.
“Ci sta dai, un po’ me lo aspettavo. Tanto mi piace così tanto arrivare quarta… Scherzo, comunque sono contenta di aver migliorato rispetto a ieri perché speravo di fare un po’ meno. Non è tanto lontano dal mio personale, quindi va bene così. Ci ho provato. Sono arrivata un po’ lunga in virata, è andata così“, il suo commento a caldo nella consapevolezza però di aver perso una grande opportunità soprattutto nei 100, distanza a cui ha dedicato maggior attenzione nell’ultimo periodo.
Una specialità che da anni sta costruendo con dedizione pazienza già dalla sua prima versione da adolescente, quando nel 2019 a soli 14 anni vinse l’argento mondiale nei 50 a Gwangju (Corea del Sud). Lì sembrava tutto facile. “Mi rendo conto che non sono più la ragazza spensierata con i capelli colorati che se ne sbatteva. Ho raggiunto tanto da tanto piccola e mi trovo… il quarto posto alle Olimpiadi, è importante, ma è difficile”, le parole in questi giorni di Benedetta.
“Arrivavo qui da un periodo un po’ particolare della mia vita, ho fatto molte cose e ho anche gareggiato tanto. Ho sperimentato un po’ e devo farlo ancora tanto. Anche se non mi ci sento, sono ancora piccola, quindi ho ancora tante cose da provare e voglio farlo“.
Già, dopo aver vinto praticamente tutto nel 2022, con gli ori mondiali ed europei nei 100 rana e gli argenti iridati/continentali nei 50, nella stagione successiva sono sorti problemi alla sua crescita fisica e alla trasformazione del suo corpo da ragazzina a donna. Non un aspetto trascurabile, che infatti non le ha permesso di replicare quello che aveva fatto nelle stagioni precedenti, citando l’oro europeo con il record del mondo nei 50 rana agli Europei 2021 proprio a Budapest.
Una crescita rallentata da questa criticità e forse anche dal peso delle responsabilità, dove il risultato non era più frutto del divertimento in vasca, ma di un obiettivo prefissato. La scelta di lasciare Taranto e Vito D’Onghia nella stagione olimpica e lavorare a Torino con Antonio Satta ha rappresentato la necessità di un cambiamento. Benedetta ha iniziato a ritrovarsi e il quarto posto olimpico citato è stato la rappresentazione di un nuovo inizio. Un’avventura in cui ancora c’è tanto da dire e da fare per una ragazza ancora giovane che ha la necessità di trovare una sua stabilità.