I muscoli del capitano. Andrea Parisini, a poco meno di due mesi dall’inizio dei Mondiali 2025 di pallamano, dove l’Italia torna dopo 28 anni di assenza, carica l’ambiente in vista del torneo iridato che si terrà in Danimarca.
Intervistato dal canale Youtube della FIGH, il giocatore che milita nel club transalpino del Provence Aix Université Club Handball (PAUC) ha toccato diversi temi: dalle partite di qualificazione agli Europei 2026, recentemente disputate contro Spagna e Serbia, alla volontà di arrivare ai Mondiali cercando di recitare un ruolo da protagonisti.
“Finalmente ce l’abbiamo fatta. Nell’ultima partita – racconta l’azzurro, dove non era a disposizione – si è proprio vista una squadra dove tutti giocano l’uno per l’altro: siamo una famiglia e questo si vede sul campo e si è visto nella rimonta contro la Serbia”.
“Abbiamo una struttura che si sta consolidando: sia con la difesa sia con la rapidità offensiva, che ormai è diventato un marchio di fabbrica. Savini e Bronzo – ripensa alla Serbia – non erano al meglio, Martini e Sontacchi non li hanno fatti rimpiangere: è stata una prova di carattere”.
“Non voglio passare per arrogante, però al momento abbiamo una striscia aperta di quattro vittorie casalinghe: questo vuol dire che per chiunque voglia venire a vincere da noi non sarà facile. Ora dobbiamo allungare questa serie con Lettonia e Spagna, perché ci aprirebbe le porte a una seconda qualificazione internazionale, dopo i Mondiali, agli Europei”.
Sui Mondiali che si terranno a gennaio 2025: “Le partite giocate contro Spagna e Serbia ci hanno dato ancor più fiducia nei nostri mezzi. Siamo andati in casa della squadra che ha vinto il bronzo olimpico e siamo usciti sconfitti per un solo gol di differenza: se ce l’avessero detto due ore prima della gara avremmo firmato e nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Invece ormai siamo capaci di giocarcela con formazioni che hanno giocatori più forti di noi e che giocano in Champions League o sono abituati a far parte di Europei, Mondiali e Olimpiadi”.
Sulla preparazione: “Prima inizieranno a prepararsi i giocatori che militano in Italia, poi arriveremo anche noi che facciamo parte di squadre straniere. Le partite contro Algeria e Tunisia? Essendo realisti: sono le nostre due finali. Siamo in grado di poterle vincere entrambe: non dovremo sottovalutare il fattore della tensione in un evento così importante, ma sono fiduciosissimo”.
La spinta del pubblico: “Ci sono un sacco di tifosi che mi scrivono perché vogliono venire in Danimarca a seguirci da vicino, non proprio dietro l’angolo: li ringrazio. Questo ci fa capire la portata delle cose che stiamo facendo e delle emozioni che stiamo portando alla gente. Le famiglie e i bambini si stanno avvicinando alla mano e alla voglia di iniziare col nostro sport. Quando giochiamo in Italia abbiamo veramente con noi l’8° uomo nel pubblico: ovunque siamo andati a giocare si è sempre sentita una spinta incredibile”.