Guido Monaco si è soffermato sui scenari riguardanti le ATP Finals durante l’ultima puntata di Tennismania, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “De Minaur si meriterebbe le Finals, perché l’infortunio non gli ha permesso di fare i quarti a Wimbledon e contro quel Djokovic avrebbe avuto chance. Su una gamba e mezza ha fatto quarti a New York, alla luce della crisi di Ruud e della quasi crisi di Rublev ha diritto di cittadinanza a queste Finals. Dimitrov, Tsitsipas, Rune, Draper ci starebbero in un contesto di Finals. Tsitsipas e Dimitrov non erano morti, ma il loro progetto di qualificazione si è complicato. A Bercy si è spalancato il tabellone per tanti, incredibile il rendimento dei francesi, ma c’erano delle avvisaglie. Parigi è più di tutti il 1000 dove saltano gli schemi per i soliti motivi, bravo Cazaux ad approfittare da lucky loser e a battere Shelton. Le partite di oggi hanno la particolarità che quest’anno si sono giocate almeno una volta, dunque ci sono delle rivincite“.
Il telecronista di Eurosport ha proseguito: “Le Finals non sono questo evento tecnicamente così rilevante. Lo so che fa specie dirlo perché ci sono i migliori otto del mondo e vieni chiamato ‘maestro’, ma tra il girone e gente che si ritira, non è il massimo. Andrebbe anche ruotata la superficie se si volesse fare una cosa equa di fine stagione. A me non ha mai suscitato grande emozione, soprattutto quando hanno tolto la finale tre su cinque. Una delle poche polemiche che ha fatto Nadal in carriera non era peregrina. C’è un’ingiustizia sportiva: creare un gap ancora più grandi tra i migliori otto e gli altri, perché solo i migliori otto possono fare punti, è una cosa che sa di casta. Sorteggio con i 250 ancora in corso? Come fai a fare un sorteggio non sapendo se c’è Tizio o Caio…“.
Un passaggio su Novak Djokovic, la cui presenza alle Finals è in forte dubbio: “Djokovic si è abituato negli ultimi anni a non preparare i tornei nel senso canonico, ma potrebbe tranquillamente andare alle ATP Finals, andare anche lì e perdere tre partite: può fare quello che vuole e ha sempre ragione lui. Il suo avvicinamento fa pensare che non vada, ma in questo torneo che non reputo l’apocalisse non mi sconvolgerebbe, l’anno scorso ho visto Tsitsipas ritirarsi dopo un game. Di sicuro lo vedremo alle Finals di Coppa Davis per salutare Nadal e poi a Buenos Aires per l’addio di Del Potro“.
Lunga analisi sulla Coppa Davis: “L’unica ipotesi che mi sento di escludere è che Berrettini non gioca il doppio. Ha le qualità per giocarlo, ma risponde poco, non fa serve and volley, non ha la reattività e non lo gioca. Musetti è adattabile al doppio, lui invece è l’ultima ipotesi che metterei in campo. Non diamo per scontato che Sinner giochi come l’anno scorso in doppio, contro due specialisti non metterei mai Berrettini nella vita. Sinner non è un avatar, è un essere umano anche lui e non bisogna dare nulla per scontato in doppio, se ci sono gli specialisti di doppio c’è un perché. Può giocare con Vavassori? A me piace, quella versione di Sinner con Vavassori che si muove sulla rete diventa una coppia strepitosa e Sinner andrebbe a tamponare le difficoltà in risposta di Vavassori. Secondo me è la coppia migliore possibile, se decidi di non mettere i due doppisti“.
Sul promettente francese Giovanni Mpetshi Perricard: “Servire forte come Perricard è un dispendio fisico. L’altezza dà il vantaggio di poter esprimere angoli con meno fatica e meno impiego delle gambe: il saldo tra fatica a servire e colpi risparmiati è molto positivo. Roddick ha detto che queste armi non si sono mai viste e cambiano prospettiva. Forse Perricard non vincerà Slam e non diventerà uno da top-5 e forse il suo servizio sarà meno impattante del diritto di Nadal, ma di sicuro è un’arma importante. Si muove da dio per il fisicone che ha, ma in risposta è un giocatore non competitivo per le primissime posizioni e anche in futuro fatico a vederlo. È un giocatore interessante che fa parlare di sé, non ci sono tanti giocatori così: come siamo sopravvissuti a Isner faremo anche con lui“.