Team New Zealand e INEOS Britannia si apprestano a darsi battaglia per la conquista della America’s Cup: la serie che metterà in palio il trofeo sportivo più antico del mondo incomincerà sabato 12 ottobre e si protrarrà per la settimana successiva nelle acque di Barcellona, sarà un confronto sulla carta altamente spettacolare sulla lunghezza delle tredici regate (farà festa chi ne vincerà sette). Il Defender se la dovrà vedere con la compagine britannica, capace di regolare Luna Rossa nella finale della Louis Vuitton Cup e di guadagnarsi così la prima possibilità di gareggiare per mettere le mani sulla Vecchia Brocca.
Quando si arriva a questo punto della competizione è inevitabile pensare di già alla prossima edizione. Ricordiamo che la America’s Cup, nata nel lontano 1851 al largo dell’Isola di Wight, è una competizione sui generis e unica nel panorama sportivo: è l’unica manifestazione in cui il detentore del titolo stila le regole (anche se si confronta con il Challenger of Record, ovvero il referente tra gli sfidanti), decidendo anche dove e quando si disputerà il prossimo evento. Proprio per questo motivo bisognerà attendere l’esito della contesa in terra catalana per avere un quadro della situazione un po’ più chiaro.
Grant Dalton, CEO di Team New Zealand, ha già dichiarato che vorrebbe ritornare in acqua già nel 2026 se i Kiwi dovessero conservare la Coppa delle Cento Ghinee. L’intento è chiaro: rimettere tutto in gioco soltanto tra un paio di anni, in modo da aumentare gli introiti senza aspettare troppo tempo. Si seguirebbe quello che è ormai il modus operandi di tantissimi sport: incrementare il numero dei giorni di gara per avere più ascolti e quindi allargare le proprie borse.
Patrizio Bertelli, patron di Luna Rossa, ha invece affermato che secondo lui si aspetterà il 2027: con quella data si eviterebbe di certo una congestione e non si dovrebbero fare le corse. Di sicuro si regaterà ancora con gli AC75: ormai le barche volanti sono un investimento a lungo termine, tutti i sodalizi gradiscono questa classe che ha parecchio appeal e di sicuro non ci si rimetterà a riscrivere il regolamento sotto questo punto di vista. La certezza è che Luna Rossa ci sarà: la compagine italiana risponderà alla chiamata per la settima volta, sperando davvero di riuscire nell’impresa dopo un inseguimento che dura da 24 anni…
Per quanto concerne la località, l’indiziata principale è Jeddah (Arabia Saudita): ancora una volta l’aspetto economico assume grande importanza, la sede è già stata testata durante le regate preliminari lo scorso dicembre e ha soddisfatto i più. Sarebbe l’opzione più gradita da parte di Team New Zealand, che comunque non esclude la possibilità di rimanere a Barcellona: restando in Spagna o spostandosi in Medio Oriente si potrebbe regatare già nel 2026, mentre un ritardo in patria ad Auckland richiederebbe più tempo. Se invece dovesse imporsi INEOS Britannia, difficilmente si rinuncerebbe a ospitare l’evento in casa, dove si è regatato soltanto nel 1851: lo scenario di Southampton sarebbe quello più valido.