Come sappiamo, la Ferrari si appresta ad accogliere Lewis Hamilton. È stata stretta una sorta di “Santa alleanza” fra chi, per anni, ha rivaleggiato fortemente. Cionondimeno, non bisogna dimenticare come il britannico bussi alla fatidica soglia degli “anta”. Vero che si parla di un fuoriclasse e altrettanto vero che Fernando Alonso è di quattro primavere più anziano, però non si può certo impostare il futuro sul Re Nero.
Al riguardo, è interessante notare come la Scuderia di Maranello sia palesemente tornata a puntare forte su un membro della propria Academy, consentendogli di gareggiare in un team “affine” (definire la Haas un “satellite” sarebbe eccessivo), in maniera tale da formarlo e testarne l’effettiva competitività prima di un’eventuale promozione su una monoposto della Casa madre.
Il nome in questione è, ovviamente, quello di Oliver Bearman, che nei prossimi giorni disputerà il Gran Premio di Azerbaigian in sostituzione di Kevin Magnussen, bandito dall’appuntamento azero dopo aver raggiunto la fatidica soglia dei 12 penalty points sulla propria “patente a punti”. Il teenager londinese sarà alla seconda presenza dopo essere stato catapultato su una SF-24 dall’appendicite saudita di Carlos Sainz. Nell’occasione, l’inglese non aveva demeritato, guadagnandosi subito stima e rispetto.
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Nativo di Londra, ma ormai trasferitosi in Emilia Romagna, Bearman è cresciuto idolatrando Hamilton. Se le cose dovessero andare come (pur senza poterlo dire apertamente) sperano a Maranello, un domani sarà proprio lui a sostituire il suo mito d’infanzia. Anzi, diciamo un “dopodomani”, perché al momento la prospettiva è ancora del tutto ipotetica.
Cionondimeno, ci sarà una ragione in più per seguire il GP di Baku. Charles Leclerc impiegò meno di una stagione prima di convincere chi di dovere ad affidargli la Ferrari di Kimi Räikkönen. Jules Bianchi, che verosimilmente avrebbe potuto e dovuto effettuare il medesimo balzo con qualche anno d’anticipo rispetto al monegasco, non ebbe purtroppo modo di farlo. Vedremo quale sarà il destino di Bearman, il “dopodomani” della Rossa, prossimo a diventare “oggi”, almeno a Baku e su una Haas.