Antonio Tiberi è cresciuto pian piano, senza essere stato sfruttato nelle categorie giovanili. Da juniores, ad Harrogate 2019, diventa Campione del Mondo a cronometro. L’anno dopo il passaggio con la Colpack, formazione Under23 che negli anni ha sfornato grandi talenti. Passato nel 2021 professionista con la Trek (la stagione attuale per Antonio è la quinta da professionista a soli 23 anni, ndr), Tiberi si mette subito in mostra per le sue grandi qualità di passista-scalatore. Dal giugno 2023 poi si accasa con la Bahrain Victorious, formazione con la quale ha sposato un grande progetto di crescita e ha trovato Damiano Caruso, amico e compagno (dormono anche in camera insieme nei ritiri e alle corse) fondamentale per il giovane laziale. Una sola vittoria, finora, da professionista, il 15 maggio 2022 al Giro di Ungheria, arrivo in salita, dove precede di 2” l’irlandese Dunbar. La classe ce l’ha, fisico da scalatore e va forte a cronometro: ottavo al Down Under in Australia, settimo al UAE Tour nel 2023; ottavo al Giro di Catalogna, terzo al Tour of the Alps e il quinto posto al Giro d’Italia quest’anno, risultati questi che certificano la sua costante crescita. Non velocissimo in volata, ma in un gruppetto ristretto sa dire la sua. E poi c’è il sorriso, un modo “leggero” di gestire le situazioni e scaricare la tensione. Tiberi piace perché si prende il peso della responsabilità senza aver paura di sbagliare come ha dimostrato anche in più occasioni alla Corsa Rosa. Dopo il Giro, un periodo di pausa per preparare la Vuelta (la sua terza dopo quelle del 2022 e 2023, quest’anno uno dei fari della corsa) dove però a causa di problemi fisici dovuti al grande caldo è stato costretto a ritirarsi durante la nona frazione quando era in corsa per il podio. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente dopo un allenamento sulle strade toscane insieme al suo preparatore Michele Bartoli, in vista del finale di stagione.
Con il senno di poi, essendo tu un corridore ancora molto giovane, è stato un azzardo provare a fare due Grandi Giri da capitano nello stesso anno?
“Con il senno di poi rifarei la scelta di correre due Grandi Giri, ma con la consapevolezza di prepararmi al meglio per il caldo-umido che si trova in questo periodo in Spagna. La condizione fisica era buona, stavo bene, il caldo è stato l’unico problema che forse ho un po’ sottovalutato”.
Eri partito benissimo, difendendoti su pendenze sfavorevoli: eri pienamente in corsa per il podio. Poi cosa è successo?
“Durante la nona tappa ho avuto un colpo di calore con una temperatura corporea troppo alta e non mi sono sentito per niente bene con anche dei forti giramenti di testa”.
Già prima della Vuelta sapevi di soffrire il caldo: come si può lavorare per risolvere questo problema?
“Cercando di allenarsi in condizioni più simili possibili a quelle che poi si incontrano in corsa oppure usare un po’ di più i rulli a casa vestito in maniera più pesante”.
Possiamo dire che la Vuelta, con le sue salite a ripetizione, le pendenze spesso estreme sopra il 15% e i pochi chilometri a cronometro, sia il Grande Giro per te meno adatto?
“Il Tour non l’ho mai corso, ma Damiano (Caruso, ndr) mi ha sempre detto che è ancora più adatto a me rispetto al Giro, con salite più idonee alle mie caratteristiche e cronometro lunghe. Ho la curiosità di correrlo, il Giro mi piace, è la corsa di casa e anche con le temperature mi trovo bene. La Vuelta l’ho corsa tre volte e forse è il Grande Giro leggermente meno adatto alle mie caratteristiche”.
Bennati punta comunque su di te per il Mondiale: quale sarà il tuo percorso di avvicinamento?
“Tornerò in corsa al Giro di Lussemburgo (in programma dal 18 al 22 settembre, ndr) dove cercherò di riprendere il ritmo in vista delle corse italiane, quindi Giro dell’Emilia, Tre Valli Varesine e Il Lombardia. Questo è il mio programma per il finale di stagione a cui si aggiungerà il Mondiale se verrò convocato dal ct Bennati”.
Il problema della Vuelta è completamente superato?
“Sto bene, sono solo un po’ più stanco, ma le sensazioni sono buone”.
Il 5° posto al Giro d’Italia ti ha fatto capire che il prossimo anno potrai tornare per provare a vincerlo?
“Mi ha dato molto morale questo risultato e tanta voglia di arrivare il prossimo anno per fare ancora meglio con la consapevolezza che posso dire la mia ed essere molto competitivo. Se tutto dovesse andare per il meglio, so che posso giocarmi il podio”.
Da italiano speri di venire tutelato e che quindi il percorso della prossima edizione abbia più chilometri a cronometro?
“Quello assolutamente, mi piacerebbe e ne sarei felice”.
Al momento ci sono Pogacar, Evenepoel e Vingegaard, poi subito sotto Roglic e, a seguire, altri 6-7 corridori sullo stesso livello. Tu ti metti tra questi 6-7? E cosa serve per salire i gradini che separano dai migliori?
“Al momento mi vedo ad un buon livello, alla pari con nomi come O’Connor o Rodriguez. Quest’anno mi è mancata un po’ di fortuna, mi sarei giocato il podio senza l’incidente di Oropa al Giro. Per ora direi di continuare su questa linea cercando di perfezionare ancora di più la preparazione in ogni minimo dettaglio soprattutto in vista di appuntamenti così importanti. La squadra mi supporta molto, sto bene e con staff e compagni c’è una bella atmosfera”.
Anche Nibali, come te, è partito dalle cronometro ed era un passista-scalatore. Con gli anni però è progredito tanto, a tal punto da scattare e fare la differenza in salita. Pensi che possa essere anche la tua prospettiva? Per farlo sarà necessario calare di peso?
“Inizialmente pensavo di essere più adatto su salite non troppo dure, ma con il passare del tempo mi sono reso conto che riesco a dire la mia anche su salite più dure. Sicuramente cambierò ancora nel corso degli anni, così come cambierà il fisico, e spero di migliorare ancora sotto alcuni aspetti come ad esempio sul cambio di ritmo in salita. Ho la grande fortuna di avere una massa grassa sempre bassa senza fare grandi sacrifici e quindi senza seguire diete troppo ferree, ma a tal proposito sto cercando di seguire sempre più i consigli alimentari forniti dalla squadra per cercare di limare ancora qualcosina e quindi sì, magari perdere ancora qualcosa in termini di peso”.
Qual è il tuo obiettivo per questo finale di stagione?
“Finire l’anno in bellezza con le corse in Italia. Da quando sono passato professionista questa è, sino ad ora, la mia stagione migliore. Sto bene, ho sensazioni positive e il morale è ancora alto e se andrò a fare il Mondiale sarà un grande sogno che si realizza”.