Il 2024 verrà ricordato come uno storico spartiacque per il tennis mondiale. Non solo per la prima volta dopo 22 anni nessuno dei cosiddetti Fab4 (Roger Federer, Novak Djokovic, Rafael Nadal ed Andy Murray) ha sollevato il trofeo di uno Slam, ma a spartirsi i quattro tornei più importanti sono stati due ragazzi nati nel 2001 e nel 20o3. L’era di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è ufficialmente cominciata.
Che l’italiano e lo spagnolo fossero i naturali pretendenti a raccogliere l’eredità dei quattro fenomeni che hanno segnato pagine indelebili, e forse irripetibili, di questo sport era noto da tempo. Sono arrivati all’apice al termine di percorsi diversi. Alcaraz ha iniziato a giocare a tennis sin da bambino ed è dotato di un talento naturale che lo ha portato sin da teen-ager a mostrare una completezza nei colpi senza precedenti per un ragazzo della sua età. Sinner invece era uno sciatore promettente, prima di virare a tempo pieno verso la disciplina che lo ha già consacrato tra i miti dello sport italiano (“Nello sci basta un piccolo errore e sei fuori, nel tennis invece hai più tempo“, ha spiegato spesso l’altoatesino). L’azzurro aveva certamente talento, ma non è nato pronto come Alcaraz. Ha dovuto forgiarsi, costruirsi un passo per volta, affrontare il traumatico divorzio dall’allenatore storico ed iniziare un nuovo percorso che lo ha portato a completare quegli aspetti necessari per raggiungere il traguardo che da sempre si era prefissato, ovvero il trono mondiale dove attualmente siede con un vantaggio siderale sulla concorrenza.
Sinner ha vinto il primo e l’ultimo Slam della stagione, gli Australian Open e gli US Open; l’iberico è invece aggiudicato in poco più di un mese quelli centrali, ovvero Roland Garros e Wimbledon. Al momento Alcaraz in vantaggio 4-2 sull’italiano per numero di Slam in bacheca. È impressionante notare come entrambi non abbiano ancora perso nessuna delle finali disputate nei tornei che contano di più. Ed è però altrettanto singolare che non si siano ancora mai affrontati in un ultimo atto, spesso a causa di sorteggi che li hanno messi dalla stessa parte del tabellone: la sensazione è che sia solo questione di tempo che i due grandi rivali diventino le teste di serie n.1 e 2 dei tornei. A quel punto il ritrovarsi in finale potrebbe diventare una consuetudine. Grande equilibrio anche nei precedenti, con l’iberico in vantaggio 5-4. Peraltro Alcaraz è stato l’unico a sconfiggere due volte Sinner in questo formidabile 2024 in cui l’italiano vanta un impressionante ruolino di 55 vittorie ed appena 5 ko.
Sin qui lo spagnolo ha dimostrato di poter raggiungere dei picchi di rendimento disarmanti, ai quali alterna però anche dei lunghi periodi di vuoto, come ad esempio quello che sta attraversando dopo le Olimpiadi di Parigi 2024 o come gli era già accaduto nell’autunno del 2023. Il vero segreto dell’azzurro è proprio la costanza di rendimento, ottenuta grazie a delle doti mentali oggettivamente quasi innaturali. Se pensiamo a cosa ha dovuto passare Sinner negli ultimi mesi, tra la vicenda legata alla positività al clostebol e la triste notizia legata alla salute dell’amata zia, appaiono incredibili i risultati ottenuti. Concedeteci un paragone ciclistico: oggi Alcaraz è un finalizzatore implacabile nelle Classiche, ma fa ancora fatica nei Grandi Giri. Tradotto: lo spagnolo ancora non riesce a mantenere il medesimo rendimento nell’arco di una intera stagione, come invece sta accadendo a Sinner ormai dall’ottobre scorso. Certo l’italiano, a differenza dello spagnolo, ancora non è a suo agio su tutte le superfici, terra rossa in primis (sebbene anche in questo caso i miglioramenti siano stati importanti).
Il 2024 ha dunque sancito l’inizio di un duopolio? Un Novak Djokovic al crepuscolo potrebbe regalare ancora un colpo di coda, ma negli ultimi mesi ha mostrato crepe sempre più profonde quando ha affrontato i due più giovani avversari, soprattutto nei match 3 su 5. Alexander Zverev e Daniil Medvedev appaiono sostanzialmente un gradino sotto, anche se la loro occasione potrebbe arrivare. Stefanos Tsitsipas si è ormai eclissato da un paio di stagioni, così come Felix Auger-Aliassime. E sinora non ha mai del tutto convinto Holger Rune, forse il principale candidato ad accomodarsi al tavolo di Sinner ed Alcaraz: oggi il danese è distante anni luce dai rivali con cui vorrebbe lottare ad armi pari. Con il tempo però potrebbe colmare il gap, a patto da smussare determinate lacune caratteriali che sin qui lo hanno limitato. Allora stato attuale, forse non si esagera nel pensare che Sinner e/o Alcaraz perderanno la loro prima finale Slam solo quando si ritroveranno di fronte l’uno contro l’altro. Ed è forse uno dei momenti più attesi dello sport mondiale contemporaneo.