Jannik Sinner oggi giocherà la finale agli US Open. L’altoatesino, infatti, ha sconfitto il britannico Jack Draper con il punteggio di 75 76 62 in oltre 3 ore di gioco durissimo, raggiungendo l’atto conclusivo del Major statunitense nel quale, domani, affronterà il padrone di casa Taylor Fritz, uscito vincitore dalla battaglia con il connazionale Frances Tiafoe in 5 set. Di questo, ovviamente, si è parlato nella puntata odierna di “TennisMania” condotta da Dario Puppo, sul canale YouTube di OA Sport.
Dario Puppo inizia la sua analisi dal durissimo match di ieri sera sull’Arthur Ashe Stadium: “Penso che il primo set abbia visto Jack Draper con una impostazione ben precisa, ovvero non disdegnare gli scambi lunghi. Anzi, è stato bravissimo a reggere il ritmo di Sinner. Poi il suo coach gli ha consigliato di cambiare un po’ e accorciare gli scambi e il gioco se n’è giovato. Dopodiché alla lunga è venuta fuori la questione fisica, come la gestione delle emozioni. Non ce la faceva più verso il terzo set. Ad ogni modo è arrivato in semifinale senza perdere nemmeno un set e ha ceduto solo contro uno Jannik che, considerando l’avversario, ha giocato il suo miglior match del torneo”.
Si passa poi all’altoatesino. “Sinner ha giocato un match da numero 1. Ad inizio match doveva aumentare le prime palle ma, evidentemente, come ha rivelato Vagnozzi, le palle che si usano a Flushing Meadows sono particolari. Ha saputo però uscire alla distanza e mettere in campo tutta la sua qualità. Se vincesse lo US Open andrebbe a scrivere record importanti. Sarebbe il più giovane a completare la doppietta Slam sul cemento Australia-US Open dai tempi di Federer. Parte favorito, ma sarà un match da non sottovalutare. Numeri impressionanti, come il numero di vittorie in 3 set nei Major, oppure il suo andamento nei tie break”.
Un momento non semplice per l’altoatesino è stata la caduta nella quale si è fatto male al polso: “Come si è visto nel post-match, stava effettuando il lavoro defatigante sulla cyclette con il polso sinistro fasciato con il ghiaccio. A quanto pare ha voluto prendere tutte le cautele possibili per migliorare la condizione. Non so se sia scivolato per colpe sue, ma abbiamo visto che in precedenza chiedeva spesso ai raccattapalle di asciugare quella parte di campo. Draper, per esempio, lo faceva da solo”.