Un tribunale indipendente (Sport Resolutions) ha dichiarato innocente Jannik Sinner, scagionandolo dunque dall’accusa di doping dopo essere risultato positivo per due volte al Clostebol, uno steroide anabolizzante vietato. Una vicenda intricata che si è risolta al momento con la decurtazione dei punti (400) e del montepremi (circa 300 mila euro) guadagnati al Masters 1000 di Indian Wells.
Il caso potrebbe però non essere ancora finito, perché WADA e NADO hanno la possibilità di fare ricorso fino al 6 settembre. La comunicazione dell’assoluzione è arrivata al numero 1 ATP lo scorso 15 agosto, ma trattandosi di un tribunale indipendente è eventualmente appellabile rispettivamente dall’agenzia antidoping mondiale e italiana entro 21 giorni da quella data.
Al momento non ci sono novità in tal senso e Sinner potrà dunque giocare l’ultimo Slam della stagione, in programma dal 26 agosto all’8 settembre sui campi in cemento di Flushing Meadows. L’azzurro si presenterà a New York come prima testa di serie degli US Open, con l’obiettivo di arrivare fino in fondo e conquistare il secondo titolo Major della carriera.