Testa e cuore. Cuore e testa. Ancora pochi giorni e assisteremo alla gara di Antonino Pizzolato alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il fenomeno azzurro del sollevamento pesi sarà impegnato sulla pedana francese la prossima settimana, precisamente venerdì 9 agosto, nella categoria -89 kg.
Un appuntamento attesissimo da tutto il movimento, pronto a supportare un pesista che si presenterà all’Arena Parigi Sud con un obiettivo ambizioso: sfidare il fuoriclasse Karlos Nasar e battagliare per quel metallo più pregiato mancato a Tokyo 2020, dove arrivò “solo” il bronzo. Prima di partire per la Francia, Nino ha svelato le sue sensazioni in una lunga intervista concessa a FIPE Powermagazine, rubrica di approfondimento video curata dalla Federazione Italiana Pesistica e condotta da Claudio Cavosi.
Il siciliano in prima battuta ha parlato subito dei Giochi di Tokyo, punto di partenza per il quadriennio (che in realtà è stato un triennio) olimpico: “Mi hanno lasciato rabbia e voglia di fare. Rabbia perché potevo portare a casa l’oro e non ci sono riuscito. Voglia di fare perché comunque serve sempre essere perfetti e maniaci in quel che si fa. Sono concetti pesanti per racchiuderli in una medaglia olimpica. Ma questo è lo stimolo che ogni giorno viene da dentro di me per andare avanti”.
L’atleta ha poi descritto il rapporto con Nasar, suo diretto rivale: “Io e Karlos abbiamo rispetto reciproco. Sappiamo entrambi che siamo pronti a scannarci in pedana, ma alla fine della gara c’è sempre il rispetto che è il bello dello sport. Ci scontriamo in gara ma il rapporto di amicizia rimane. Sicuramente ci stiamo preparando entrambi nel migliore dei modi per dare spettacolo. Alla fine la soddisfazione è quella. Lo devi fare prima per te e poi per altri. Agli Europei è stato bello perché ho gareggiato a casa sua ed avevo una folla che mi remava contro. A me queste cose gasano”.
Un percorso, quello per Parigi, contrassegnato da tanti momenti difficili, come rimarcato da Pizzolato stesso: “Ho voluto continuare a gareggiare per arrivare a Parigi e prendermi quello che non sono riuscito a prendere a Tokyo. Sono stati anni tortuosi: il cambio di categoria è stato la partenza con il deficit. Agli Europei nell’anno post olimpico abbiamo fatto il record del mondo. Dopo I Giochi del Mediterraneo è arrivato un grande acciacco con tanti problemi e momenti tortuosi. Ma sono rimasto fiducioso del processo”.
E sul suo futuro, Nino si riserva di prendere una decisione una volta finita la rassegna a cinque cerchi: “Io sono certo che ho ancora voglia di allenarmi. Per il momento Parigi è il nostro step. Da lì faremo le analisi e capiremo cosa fare. Se deciderò di continuare, lo farò per arrivare ad un’altra Olimpiade. Quindi dobbiamo capire come supportare questa cosa”.
E su cosa significa per lui rappresentare l’Italia, Nino non ha avuto dubbi: “Orgoglio. Io sento di essere italiano. Lo dice anche l’inno: ‘Siamo pronti alla morte’. E questo è il mio motto nella vita“.