Martedì 30 luglio
Mauro De Filippis (tiro a volo), 5: era spalle al muro già dopo la prima giornata. Sapeva che avrebbe avuto bisogno di un 50/50 per accedere allo shoot-off. Un errore gli è costato caro.
Giovanni Pellielo (tiro a volo), 5,5: il sogno sfuma nell’ultima serie, dove commette due errori e scivola fuori sia dalla finale sia dallo shoot-off. A 54 anni ha tentato l’impossibile, ovvero inseguire quell’unico oro olimpico mancante in una carriera leggendaria. Facendo una analisi più generale, resta da comprendere se i tecnici abbiano fatto la scelta giusta nel lasciare a casa Massimo Fabbrizi.
Savita Russo (judo), 5: subito eliminata dalla vice-campionessa del mondo polacca. Per la giovane azzurra è stato un premio prendere parte a questa Olimpiade. Il futuro dovrà essere suo, perché le qualità non mancano.
Clara Guerra/Stefania Gobbi (canottaggio), 4,5: mai in corsa per la finale nel doppio. Hanno disputato oggettivamente una Olimpiade sottotono e senza acuti.
Antonio Esposito (judo), 7,5: era un outsider, ha eliminato prima il n.4, poi il n.5 del mondo, arrampicandosi sino alla semifinale. Difficile chiedergli di più. Il quinto posto è comunque un grande risultato per il campano.
Alessandro Miressi (nuoto), 5: il podio era oggettivamente fuori portata, ma per il suo valore è grave non aver raggiunto la finale dei 100 sl. Già nella 4×100 sl non aveva convinto, nonostante il bronzo. Non è arrivato a queste Olimpiadi al top della forma.
Lorenzo Musetti (tennis), 7: altra vittoria convincente e accesso agli ottavi di finale. Prosegue nel suo momento d’oro. Adesso potrà giocarsela con Fritz: lo ha appena battuto a Wimbledon.
Jasmine Paolini (tennis), 6: la classica giornata storta le costa un’amara eliminazione agli ottavi, che non cancella i recenti risultati storici ottenuti, su tutti la finale al Roland Garros ed a Wimbledon. E intanto, in coppia con l’amica Sara/Errani, è ai quarti di finale del torneo di doppio. Attenzione a loro…
Italia pallanuoto, 7.5: convincente e netta vittoria sulla Croazia campione del mondo, un passo importante verso il primo posto nel girone. Le partite importanti arriveranno tra qualche giorno, ma questo Settebello ha tutto per affrontare a testa alta qualsiasi avversaria.
Squadra spada femminile (scherma), 10 e lode: vincono nella maniera più bella possibile, come forse nemmeno avrebbero osato sognarla. Quella stoccata di Alberta Santuccio al minuto supplementare rimarrà indelebile. Un gruppo fortissimo, composto da grandi atlete, ma a cui era sempre mancata la ciliegina di un oro olimpico. Per molte di loro il cerchio si è chiuso, in particolare per Rossella Fiamingo, che dopo quella finale individuale persa a Rio 2016 non è mai più stata la stessa, e Mara Navarria, che a 39 anni si ritira con il trionfo più bello dopo aver lasciato il segno da subentrante. Adesso la missione, non semplice, sarà quella di rinnovare il gruppo verso Los Angeles 2028, perché l’età media è molto alta.
Squadra femminile ginnastica artistica, 10: riportano l’Italia sul podio dopo quasi un secolo, 96 anni per la precisione. Un dato che lascia capire la portata storica di quanto realizzato. Questo gruppo ha una qualità sconfinata, è migliorato negli anni ed è secondo solo agli Stati Uniti. E dire che mancavano pilastri come Asia D’Amato, Martina Maggio e Vanessa Ferrari…Questo la dice lunga sulla profondità del movimento, peraltro con alcune giovani in rampa di lancio che potranno rappresentare un ulteriore valore aggiunto. Manila Esposito, Alice D’Amato, Giorgia Villa, Angela Andreoli ed Elisa Iorio hanno realizzato una delle imprese più significative dell’intera Olimpiade azzurra.
Gregorio Paltrinieri (nuoto), 9: ammette egli stesso di non essere quello di prima, di non poter più gareggiare con lo stesso approccio che aveva in gioventù. Eppure, all’albeggiare dei 30 anni, in una gara secca rappresenta ancora uno spauracchio per tutti. Con una tattica sorprendente è riuscito ad agguantare un bronzo pesantissimo, che lo vede salire sul podio per la terza edizione consecutiva dei Giochi. E attenzione perché la sua gara, quella che ha preparato con maggior cura, sarà la 10 km (nella Senna o altrove?).
Irma Testa (boxe), 5; subito eliminata da campionessa del mondo in carica. Un verdetto nuovamente discutibile, ma questa volta non scandaloso. La campana patisce oltremodo le avversarie asiatiche: non hanno grande tecnica, ma avanzano a testa bassa, come dei torelli, e non concedono respiro. In questo modo vengono fuori degli incontri accesi, duri fisicamente, nei quali Irma Testa non si trova a suo agio. Quello odierno è stato un match non bello, ma oggettivamente equilibrato. Noi, siamo sinceri, avremmo assegnato la seconda e la terza ripresa alla cinese. Il pugilato di rimessa messo in pratica dalla campionessa di Torre Annunziata (NA) questa volta non ha pagato.