Aveva già dato dei chiari segnali, lo aveva fatto capire, e ha mantenuto la promessa: con la vittoria della 19esima tappa (la Embrun-Isola 2000 da 145 chilometri con tre GPM sopra i duemila metr,i ndr), di questo Tour de France – la prima delle due frazioni alpine – Tadej Pogacar chiude i giochi della Grande Boucle che terminerà oggi con una cronometro da Montecarlo a Nizza, ipotecando di fatto il suo terzo Tour de France in una carriera leggendaria. Cinque, al momento, le vittorie di tappa in questa edizione del Tour. La doppietta Giro-Tour, che mancava dal 1998, è ormai realtà. Ne abbiamo approfittato per raggiungere telefonicamente Francesco Moser, monumento indissolubile del ciclismo italiano: “Tadej non ha limiti neanche al Tour de France, si può dire che vada più forte di Merckx e farà cose ancora più grandi. Vingegaard è l’unico che potrebbe tenergli testa, negli ultimi anni è sempre stata una lotta tra loro due“.
Una superiorità come quella di Pogacar non si vedeva dai tempi di Froome e, prima ancora, Armstrong. Che idea ti sei fatto?
“Froome e Armstrong hanno vinto meno rispetto a Pogacar, che vince ovunque. Tadej dalla sua ha anche la giovane età e quindi penso che in carriera possa vincere ancora tanto. Al Tour stiamo vedendo due corse: quella di Pogacar per la vittoria e quella per il secondo posto tra Evenepoel e Vingegaard”.
Doppietta Giro-Tour 26 anni dopo Pantani…mancava solo il corridore giusto per riuscirci?
“Tadej è uno di quei corridori che nascono una volta ogni 100 anni, è qualcosa di incredibile. Un talento senza limiti. Pantani ha fatto la storia del nostro sport, ma penso che Pogacar sia una spanna superiore”.
Cosa ne pensi della scelta di Tadej di non correre la Vuelta in questa stagione?
“Potrebbe anche essere che ci vada alla Vuelta, sarebbe l’annata giusta per entrare nella storia. Hanno una grande squadra e anche lì non avrebbe rivali”.
A questo punto quali stimoli potrà trovare Pogacar per continuare a dominare anche nei prossimi anni?
“Continuerà a correre finché non arriverà qualcuno di più forte o comunque fino a quando il fisico glielo permetterà”.
Evenepoel si è difeso bene. Che impressione ti ha fatto il belga?
“Evenepoel è andato forte e oggi potrebbe vincere anche la cronometro, salvo colpi di scena con un’altra vittoria di Pogacar”.
Quanto pensi possa aver influito l’infortunio di Vingegaard in questo Tour?
“Prima del Tour la squadra aveva detto che Vingegaard avrebbe partecipato solo se avrebbe recuperato molto bene, ma evidentemente la sua buona condizione non è stata abbastanza. Sicuramente l’infortunio può aver influito nella preparazione e quindi nell’avvicinamento alla Grande Boucle”.
Ciccone, per puntare ad un piazzamento, ha disputato un Tour anonimo: scelta tattica sbagliata?
“Per me Ciccone va più piano rispetto allo scorso anno, è come se gli mancasse sempre qualcosa per arrivare a fare un buon risultato e quindi puntare ad una top5”.
Cosa ne pensi di Antonio Tiberi e dove pensi che possa arrivare?
“Al Giro è andato bene, ma deve ancora fare dei buoni risultati e tanta esperienza. Adesso è il momento di far vedere il suo reale valore uscendo dalla condizione di ‘eterna promessa’ “.
E che idea ti sei fatto di Giulio Pellizzari?
“È giovane, ha fatto un buon Giro d’Italia soprattutto nell’ultima settimana e ha dimostrato di avere le giuste doti per fare strada. Gli manca l’esperienza, ma quella viene con il passare del tempo e con i km in corsa e nelle gambe”.