Per la Ferrari, il Gran Premio del Canada si è risolto in un’autentica disfatta. Non solo perché entrambe le Rosse si sono ritirate, come non accadeva da quasi due anni, bensì soprattutto per il fatto di essere letteralmente stata prese a sberle, senza soluzione di continuità.
Un weekend tremendo, per la Scuderia di Maranello, a partire dalle qualifiche. Charles Leclerc e Carlos Sainz si sono clamorosamente arenati nel Q2, trovandosi a dover scattareda centro griglia. La pioggia domenicale avrebbe potuto essere un jolly, grazie al quale si sarebbero potute sparigliare le carte e far emergere l’abilità dei singoli (come effettivamente è successo, nel caso di Max Verstappen).
Invece nulla è cambiato per il Cavallino Rampante, annegato nell’acqua del fiume San Lorenzo. Leclerc ha l’attenuante di aver patito un problema alla power unit, dinamica che rappresenta però un malus tout-court per il team (l’affidabilità non è un optional). Sainz, viceversa, non è esistito. Frederic Vasseur ha parlato di un danno al fondo patito dopo il via, al quale però lo spagnolo non ha fatto alcun riferimento.
Classifica Mondiale costruttori F1 2024: Ferrari seconda a -49 dalla Red Bull
Il risultato è quello di perdere 25 punti dalla Red Bull nel Mondiale costruttori, cedendone al contempo anche 28 alla McLaren. Leclerc è ancora secondo nella classifica piloti, ma è scivolato a -56 da Max Verstappen, ritrovandosi braccato da Lando Norris.
La Ferrari va considerata pienamente in corsa quantomeno per il titolo riservato ai team, la stagione è ancora molto lunga. Cionondimeno, quanto accaduto a Montreal deve fungere da lezione.
La Scuderia di Maranello non è certo quella vista in Canada, dove tutto ha girato per il verso sbagliato. Non è però neppure quella di Montecarlo, contesto anomalo e dove si è riusciti a ottenere il massimo dalle proprie possibilità e dove, viceversa, tutto ha girato per il verso giusto.
Bisogna essere consci di queste dinamiche, senza farsi condizionare dal risultato del momento. Il Cavallino Rampante è competitivo, più di quanto non lo fosse nel 2023 e nella seconda parte di 2022, ma è una competitività fragile, che può rompersi da un momento all’altro. Come l’incanto monegasco, spezzato dalla brutale realtà canadese.
Ora si volta pagina, comincia il lungo tour europeo. Cinque gare in sei weekend diranno se il Mondiale costruttori può essere un obiettivo fattibile, oppure se tra alti e bassi bisognerà accontentarsi di essere protagonisti occasionali. Sempre meglio dell’anonimato, sia chiaro, ma non ancora ciò a cui ambiscono tutti i tifosi rossi.