Instabilità emotiva, ansia, problemi nelle relazioni interpersonali, pensieri distorti e difficoltà nella regolazione degli impulsi e delle proprie emozioni, ma anche eccessiva rigidità e uso di sostanze stupefacenti.
Sono solo alcuni dei sintomi con cui convivono le persone con disturbi di personalità, un universo spesso fatto di eccessi, un’esasperazione dei tratti caratteriali che, arrivati agli estremi, diventano disturbi psichiatrici, malesseri invisibili che colpiscono sempre più persone, sempre più giovani anche nel Veneziano, come conferma il dottor Moreno De Rossi, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Usl 3.
«Per questo» spiega «abbiamo messo in piedi un tipo di psicoterapia di gruppo particolarmente efficace in questi casi».
Si tratta della terapia dialettico comportamentale (dbt), secondo cui il funzionamento della mente è il risultato di fattori biologici e ambientali che interagiscono tra loro.
«Solitamente questi disturbi compaiono nell’adolescenza e accompagnano la persona per tutta la vita. Questo implica che arrivino da noi solitamente giovani e l’intervento si focalizza soprattutto nei primi anni in cui si manifesta il disturbo, diamo loro degli strumenti di autogestione e se si fa un buon lavoro si attenuano le oscillazioni emotive».
Dati alla mano, De Rossi nota come rispetto a dieci anni fa ci sia stato il raddoppio dei ricoveri di persone con disturbi di personalità correlati all’uso di sostanze stupefacenti. Il perché si assista all’incremento di queste problematiche, è difficile da dire.
«I motivi non sono noti» spiega, sottolineando come il quadro teorico di riferimento, il modello bio-psico-sociale afferma che ogni condizione di salute o malattia dipende dall’interazione tra fattori biologici, psicologici, sociali e culturali.
«Quindi possiamo dedurre che una manifestazione così evidente negli ultimi anni sia legata all’evoluzione della società, sempre più pressante dal punto di vista delle performance, unita a una maggior fragilità e alla facilità nel reperire le droghe».
Tuttavia, se i disturbi di personalità sono aumentati, per la prima volta dopo tre anni l’Usl 3 può tirare un sospiro di sollievo: le richieste di aiuto, in generale, nel 2024 non hanno visto crescite rispetto allo scorso anno. Così, dopo un post pandemia all’insegna del +20% di utenti, i numeri sembrano essersi assestati.
«Vediamo una stabilizzazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per la prima volta non c’è nessun incremento. È rimasta, insomma, la pressione di prima» conferma De Rossi.
Sì, perché anche se non c’è stata una crescita delle richieste di aiuto, i numeri sono comunque alti, con 1.616 ricoveri in psichiatria nel 2023 e 30.072 prestazioni ambulatoriali. Anche per questo, De Rossi comunica che i sette psicologi in libera professione il cui contratto è in scadenza la prossima settimana, verranno prorogati.
«Ci troveremo nei prossimi giorni per vedere da farsi, dovremo fare una valutazione dei tetti di spesa, ma l’idea è quella di consolidare la presenza di questi specialisti tramite una nuova proroga».
A venire in aiuto della direzione, è anche un finanziamento ministeriale ad hoc per la salute mentale, annunciato dal Ministero della salute prima dell’estate. I sette psicoterapeuti hanno preso servizio nell’Usl 3 grazie a un finanziamento regionale del 2022, pensato proprio per far fronte all’aumento delle richieste di aiuto.