Non ci sono ancora novità sull’assetto che prenderà la Procuratoria di San Marco.
Il consiglio attuale è in proroga da fine agosto e, a tenere le fila, c’è il primo procuratore vicario Amerigo Restucci, in carica dopo le dimissioni di Carlo Alberto Tesserin.
«Il Ministero non ha ancora detto nulla», risponde telegrafico Restucci: spetta al ministero degli Interni nominare cinque membri, più due decisi dal Patriarca.
L’occasione per fare il punto della situazione, non solo per la procuratoria di San Marco ma per tutte le Fabbricerie, è stato il convegno annuale sul “Valore della Bellezza” che si è riunito sabato nella Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale, alla presenza tra gli altri del prefetto Darco Pellos e del questore Gaetano Bonaccorso.
«Le barriere di vetro ci hanno permesso di difendere la basilica dall’acqua alta in questi giorni di maltempo», sottolinea Restucci, che entra anche in uno dei temi del convegno, ovvero l’importanza di difendere questi monumenti dall’overtourism. «Un numero chiuso per la basilica? No, siamo a regime con il sistema di bigliettazione e la prenotazione funziona bene».
Sulla tutela della Basilica e di tutta piazza San Marco, soprattutto alla luce dei lavori in corso e dei disagi che si sono verificati nei giorni scorsi, è intervenuto il patriarca Moraglia.
«Dopo tante attese e preoccupazioni, vediamo i positivi riscontri ed effetti che stanno dando le opere per la salvaguardia della città, la cosiddetta insula marciana e la specifica area della nostra “basilica d’oro”», afferma. «L’auspicio, più volte espresso, è che adesso vi siano puntuali e adeguati processi e virtuosi automatismi di gestione, sia sul piano istituzionale e tecnico sia economico e finanziario, in grado di permettere alle differenti opere - che hanno richiesto un ingente impegno finanziario pubblico - di essere funzionanti a pieno regime, in modo rispondente alle necessità del territorio veneziano».
E aggiunte: «Il lavoro delle fabbricerie non si limita alla cura dei monumenti, ma comprende la salvaguardia del patrimonio ambientale e umano».
Insieme al Mose non ancora completato, c’è il funzionamento delle valvole in piazza San Marco che è ancora azionato manualmente.
«Il Mose ha salvato Venezia, alcune difficoltà ci sono ancora», riflette il sindaco Luigi Brugnaro, «la barriera di vetro è provvisoria, la piazza è un cantiere aperto con milioni di persone che visitano la città. I lavori impattano sulla vita dei cittadini, per questo è importante dire la verità: la piazza è un cantiere, le valvole si chiudono ancora a mano».
A proposito di soluzioni, martedì il sindaco incontrerà il commissario straordinario al Mose Elisabetta Spitz per ridiscutere il protocollo di sollevamento delle barriere, dopo che parte della città si era comunque allagata con l’alzata a quota 90 centimetri.
«Quello che non funziona, va cambiato», sottolinea Brugnaro, «l’importante è correggere».