«Matteo Volpato però ha ricevuto tantissimi favori, cioè mi hanno detto che gli abbiamo sistemato a Volpato. Lui dice di no, però. Chiariamo ’sto concetto, ghe sboro, non gli basta mai! Cosa dobbiamo fare?».
Pressato da Renato Boraso, il sindaco Luigi Brugnaro non nascondeva la sua insofferenza per quell’imprenditore a suo dire incontentabile, che non solo gli paventava via messaggio la perdita di importanti investimenti, ma continuava a mandargli contro il suo assessore alla Mobilità.
[[ge:gnn:nuovavenezia:14492430]]
Il rapporto tra Boraso e il titolare della Serena & Manente (e della San Gabriele e della Treviso immobiliare) è di lunga data: non c’è solo la “consulenza” per la questione delle costruzioni in zona Aev di Dese - a cui la Procura dedica quasi sessanta pagine - ma uno scambio continuo di forniture agricole tra le rispettive aziende di settore.
Le fatture staccate a Volpato, nel periodo preso in considerazione dalle Fiamme gialle, superano i 75 mila euro totali e nel mucchio ci sono anche i sovrapprezzi applicati su diverse derrate di cereali: «Invece che vendere mille quintali di mais gliene vendo 1200», spiegava proprio Boraso a Filippo Salis, il socio di Volpato nell’affare Aev, a proposito di come si potevano saldare certi conti.
Come il loro legame, anche il sistema di pagamento era multiforme: Volpato era tra i “clienti” a cui Stella Consulting aveva fatto firmare uno dei «contrattino» a fisso annuale, da 20 mila euro nel suo caso, a cui si aggiungeva la percentuale sui lavori portati a casa. E Boraso non esitava a tirare la giacca dell’amico, che pure rispondeva con mezze giustificazioni sui ritardi: «Non ti dico la fatica in casa con chi sai».
La battaglia per il polo della logistica a Dese è stata feroce, ha visto la maggioranza combattere sé stessa - e chissà se gli echi di quegli scontri non si sentiranno in consiglio comunale domani: Boraso pressava Morris Ceron e i tecnici di Ca’ Farsetti per l’approvazione, le consigliere Deborah Onisto e Maika Canton (la seconda chiamata per arginare la prima, ma poi passata dalla sua parte) volevano mantenere più basse le altezze dei permessi a costruire.
L’assessore ha cercato di «isolare» Onisto, alla fine il compromesso dei 18 metri ha accontentato tutti.
E, chiusa quella partita, Volpato ne ha riaperta un’altra, quella dei debiti del titolare della Mobilità nei suoi confronti: 87 mila euro circa per forniture alla Boraso agricola e altri 68 mila in capo alla Esa 2000 (che Boraso gestisce col fratello).
«Qua sono anni che non ti metto in conto un euro di interesse, e non voglio mettertelo in conto, però capisci che se andiamo a gravare di oneri finanziari ’sta roba qua...», spiegava nel maggio dello scorso anno Volpato a Boraso, «D’altra parte c’è un rapporto a 360 gradi dove tu comunque presti attività, diciamo di consulenza, che bisogna che stiamo molto attenti».
Le richieste si fanno più secche: «Se hai dei beni che non sono colpiti da ipoteca, dove tu puoi darmi delle garanzie tangibili, non solo ti lascio stare, ma ti do una mano». Inutile dire che a Boraso questo cambio di luna non è piaciuto, lo sfogo con la segretaria dice tutto: «Aspettava di avere la delibera di Dese, hai capito? Finché aveva bisogno di me stava zitto».
Volpato è ai domiciliari, come Salis. Per entrambi i pm avevano richiesto il carcere, ma solo il primo ha presentato richiesta al Riesame.