Ultimo giorno di pesca il 31 luglio nel medio-alto Adriatico, poi da giovedì 1 agosto scatta il fermo pesca biologico che si concluderà il 13 settembre, ma che, essendo venerdì, vedrà i pescherecci chioggiotti tornare in mare solamente lunedì 16 settembre.
Quarantacinque giorni di fermo totale, con i pescherecci ormeggiati in porto, dieci giorni in più rispetto a quanto aveva originariamente previsto il ministero dell'agricoltura perché, secondo i pescatori chioggiotti, tornare a pescare il 27 o 28 di agosto sarebbe stato un disastro.
«Rimanere fermi in agosto - spiega Marco Spinadin di Fedagripesca - è il periodo più centrato, viste le caratteristiche delle nostre risorse ittiche. Non solo, ma abbiamo anche chiesto di mantenere, quando si tornerà in mare, la norma, già in vigore nel mese di luglio, che vieta la pesca sotto costa e che permette di pescare oltre le sei miglia per i pescherecci più grandi e oltre le quattro miglia per i natanti di piccola stazza».
Norma che in realtà aveva fatto storcere il naso a qualche pescatore. «E' vero - dice sempre Spinadin - c'è stata qualche lamentela, perché a qualcuno faceva comodo pescare attorno alle tre miglia, ma in realtà niente di eclatante. Si riprenderà con gli stessi criteri di sempre, ovvero con tre giorni di pesca o 72 ore settimanali spalmate nell'arco di una settimana e qua va dato atto della grande responsabilità e sensibilità dei nostri pescatori. C'è stato poi il decreto sul monte ore di pesca totale annuali, solo che è stato emanato a giugno, con alcuni operatori che avevano già fatto più ore del previsto e altri che invece ne avevano fatte di meno».
Fanno però discutere le indennità del fermo pesca. «Purtroppo si stanno pagando adesso le indennità riferito al 2021, che quindi vengono pagate con tre anni abbondanti di ritardo. Non solo ma elargire per i marinai 30 euro lordi, quindi circa 22 netti, al giorno è a dir poco vergognoso. Le famiglie, con queste cifre, non si possono sostenere e su questo dovrebbero scendere in campo i sindacati, per far aumentare l'indennizzo per i marinai ma anche per gli armatori».
Pescatori veri nemici dell'ambiente?
«Siamo sempre stati additati come coloro che rovinavano i fondali, ma da una quindicina di anni a questa parte le cose sono decisamente cambiate e siamo noi i primi a salvaguardare il mare. Già avere ridotto a 120 giorni il periodo di pesca annuale non è cosa di poco conto, quali aziende accetterebbero di ridurre in questa maniera i propri giorni di produzione? Ci sono però alcune incongruenze perché ci viene detto, per esempio, che la sogliola ed altre specie demersali sono a rischio ed invece dai dati che sono in nostro possesso si evince esattamente il contrario. Quindi sarebbe bene che mondo della pesca e mondo della scienza ambientale si confrontassero di più».
Il granchio blu è ancora una minaccia?
«Non è scomparso, ma rispetto al 2023 è un fenomeno meno preoccupante. Lo abbiamo combattuto tantissimo ed abbiamo capito che i granchi piccoli non vanno rigettati in mare. Più serio invece il problema delle mucillagini, particolarmente presenti in questa estate e che mettono in difficoltà soprattutto i divergenti, mentre le volanti stanno soffrendo la presenza della alaccia, simile alla sardine e quindi difficile da cernere».