La mancata proroga, per chi era nella graduatoria ormai scaduta, significa ricominciare tutto daccapo. A spiegarlo è Elisa Prandin, operatrice socio sanitaria nell’rsa Tintoretto di Cazzago di Pianiga.
E ora, a graduatoria scaduta, che si fa?
«Si continua a lavorare, ma la speranza è venuta meno, quando ho saputo che sta per essere bandito un nuovo concorso mi sono cadute le braccia».
Parteciperà?
«Ho un serio punto di domanda, non so ancora. Ho sentito molti oss dire che non avrebbero partecipato, ci sono troppe incognite e troppa sfiducia nel sistema».
Prepararsi a un concorso richiede anche tempo e impegno, non sempre facili da conciliare con la vita lavorativa e familiare.
«Appunto, pensare di rimettermi di nuovo sui libri è dura, dopo una giornata al lavoro. L’impegno delle persone è stato importante e la Regione, con la mancata proroga, l’ha vanificato».
Ha capito il perché di questa scelta?
«No, o hanno bisogno di far cassa o hanno paura di portare via altri oss dalle case di riposo».
Anche lei è tra quelle che vogliono andarsene?
«Sto molto bene nella mia rsa, ma il mio obiettivo è l’ospedale. Anche perché lo stipendio è più alto».
Perché ha scelto questa professione?
«È successo quasi per caso, poi ho capito che era la mia strada».
È cambiato qualcosa?
«Credevo nella sanità, ora comincio a vacillare, c’è poca considerazione per chi fa questo lavoro».