Con la valutazione in corso in consiglio comunale sul piano per l’ex Umberto I proposto dal gruppo Alì Spa si torna a discutere dello skyline mestrino e della città verticale.
Ci aveva pensato nel 2020 il dossier Unesco che aveva minacciato di mettere fuori dal sito Venezia ad indicare che erano necessari limiti alle altezze delle torri proposte in terraferma, invitando ad un limite da non superare di otto piani. Poi a Riad il salvataggio della città con l’annullamento del rischio estromissione. Nel 2023 il Comune aveva scelto comunque di affidarsi alla consulenza di una società per varare le nuove policy sullo skyline cittadino. Ora il tema delle altezze ritorna nell’ambito del dibattito sulla Mestre che a pochi passi da piazza Ferretto punta in verticale.
La torre più alta proposta da “La Nuova Castelvecchio”, il progetto del gruppo Alì, arriva all’altezza di 87,5 metri.
La seconda arriva a 76,5 metri e le altre due più basse misurano in altezza 42,5 metri. Il quinto edificio, quello con funzioni di direzionale e possibile studentato, vicino al condominio Donatello a fianco di piazzale Candiani misura invece 48 metri. Il Donatello, per anni il “grattacielo” in pieno centro a Mestre ha la torre più alta di 53,6 metri. Quelle proposte per l’area dell’ex ospedale non sono le uniche torri in città.
E sono decisamente più basse del primo progetto pensato per l’area dell’ex ospedale, quello della fallita Dng che aveva proposto tre torri, la più alta di 118 metri. Tutte con i nomi di principesse.
Erano gli anni in cui l’allora sindaco Massimo Cacciari parlava della Mestre in verticale, come soluzione per liberare spazi e servizi a terra. Anni dopo il dibattito sulle altezze riprende vigore con la proposta della famiglia Canella. Di mezzo sono passati 16 anni di “buco” dell’area e in cui tanti altri progetti sono stati realizzati e altri sono in attesa.
Indimenticabile resta il sogno, letteralmente infranto, del Palais Lumiere di Pierre Cardin, il noto stilista, che voleva edificare nella prima zona industriale di Marghera un palazzo, a forma di vaso di fiori rovesciato, con una altezza che arrivava fino ai 250 metri. Non se ne è fatto nulla dopo anni di accese polemiche sul tema.
Se ne prevedono quattro attorno alla stazione di Mestre, i cui cantieri della riqualificazione con il ponte tra via Piave e Marghera, sono ora messi in agenda per gennaio 2025 da parte di Rfi( così ha riferito nei giorni scorsi il primo cittadino) e anche qui con altezze importanti. Lato stazione con interventi privati e di Sistemi Urbani (società Fs) tutti ancora da concretizzare si parlava di altezze fino ai 100 metri.
Lato Marghera dove scalpita il progetto Salini-Impregilo nell’area di via Ulloa, il lavoro degli architetti si è invece attestato per le due torri (una dedicata ad ospitalità e la seconda a studentato), spiegano i progettisti di H&A associati, su una altezza di circa 80 metri, in linea con l’altezza della torre più vicina, la Hybrid di via Torino realizzata dall’architetto Albanese, che di metri ne misura 81.
In questi giorni c’è anche l’avviso della pubblicazione del Piano di Lottizzazione di iniziativa privata in attuazione dell'accordo pubblico privato in viale San Marco per la torre della Setten: intervento che ha perso, nella discussione in consiglio comunale, dieci metri passando da 70 a 60 metri di altezza e che ora vede scattare i termini per le osservazioni. La altezza supera di poco quella della torre Eva, disegnata da Giovanna Mar dell’omonimo studio, nella zona dei megastore di via Don Tosatto.
Subito favorevole, perché lo è da anni, all’andare in altezza «ma con progetti di alta qualità architettonica» è l’architetto delle case di lusso Filippo Caprioglio che non teme impatti della torre sulla vicina piazza Ferretto.
Interviene anche Paolo Bonafè di Azione: «Un solo auspicio: che le nuove torri siano architettonicamente “belle”, diventino un landmark della città di terra che la caratterizzi anche esteticamente in positivo. Abbiamo bisogno di una “Mestre bella” anche nella percezione collettiva e nei cuori di abitanti e visitatori».
Altri non sono d’accordo. «Una torre fino ad 87 metri mi pare assolutamente fuori contesto rispetto al centro di Mestre», ha subito fatto rilevare il consigliere di opposizione Marco Gasparinetti.
L’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin fa notare che nel passato, quando al governo della città non vi era di certo il centrodestra, sono stati approvati piani urbanistici per palazzi anche di oltre 100 metri, ancora vigenti. E l’amministrazione di centrodestra ha saputo dire di no: è il caso della torre Venus Venis sulla Romea, 100 metri di altezza prevista, dimezzata dai proponenti ma bocciata definitivamente. Non si farà. Ci si interroga anche sulle funzioni dell’area, e sulla necessità di una regia pubblica sui padiglioni, con nuove funzioni. L’area è strategica, centralissima e custodisce, nel sottosuolo, il perimetro dell’antico castello. Merita la giusta rinascita.
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La stazione ponte, nuovo restyling della stazione di Mestre vedrà cambiare il panorama di qua e di là dai binari. Quattro le torri previste. Lato Mestre il piano urbanistico prevede altezze fino a 100 metri per due torri gemelle di privati. Lato Marghera, il progetto della Salini Impregilo si pone come obiettivo di arrivare ad 80 metri.
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La torre prevista tra viale San Marco e viale Vespucci che dovrebbe nascere sopra l’ex campo da calcio del Real San Marco. Il progetto, firmato dall’impresa Setten, ha già visto la riduzione dell’altezza: da 70 a 60 metri. Confermato un supermercato sulla piastra alla base e parcheggi. Il piano è stato adottato ma i cittadini si sono rivolti ad un avvocato.
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Ottantuno metri: questa l’altezza della Hybrid Tower di via Torino. Costruita dalla Cervet dell’imprenditore Francesco Fracasso ora è diventato una torre votata al business con la proprietà della Borgosesia Spa: spazi di coworking, appartamenti per affitti temporanei per dirigenti e manager. Resiste il ristorante panoramico all’ultimo piano.
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La torre Eva, disegno dell’architetto Giovanna Mar dell’omonimo studio di architetto, si trova in via Maderna nella zona dei centri commerciali e dei megastore tra Terraglio e Zelarino. In questo caso l’altezza non è imponente, si arriva infatti ai 56 metri puntando sul vetro e l’acciaio per il complesso di uffici e cliniche.
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